(Barcellona, 27 Novembre 1999)
Migliaia di anni. Secoli. Un istante. Paesaggio surreale. Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto come in una fiaba. Splendida cena. I palati ne sono ancora estasiati. I profumi dei vini e delle pietanze volano ancora nell’aria. Monica e Raffaele parlano ancora. Di nuovo sulla terrazza. La luce che investe l’ambiente è minima. Un magnifico cielo stellato li copre dall’alto. Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto, come in una fiaba.
“Bene, arriva il caro Thomas” sussurra Raffaele, mentre porta alle labbra l’ultima goccia dello squisito nettare rosso che stava gustando in compagnia di Monica.
Thomas. Monica sobbalza. Ma non lo lascia vedere. Tenta di mantenere legate tutte le emozioni che la investono. Il profumo del vino l’aiuta a distrarsi per un istante.
“Thomas, bentornato. Come ti senti ora?” Sussurra Monica sorridendo. Si avvicina a lui delicatamente e gli accarezza i capelli con dolcezza. Ora sta meglio. Anche lei. Forse anche grazie al discorso fatto con Raffaele. Già, le parole di Raffaele.
Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto, come in una fiaba.
“Molto meglio, Monica, Molto meglio. Sai? Ho avuto la conferma che le orecchie volevano sentire.” La calda voce di Thomas si mischia al profumo del vino e alla flebile luce delle stelle.
“Ne sono felice, qualsiasi cosa ti abbia fatto ancora sorridere come ora, sia la benvenuta Thomas. Questo luogo è un incanto. Il caldo odore di salsedine mi fa dimenticare tutto… Qual è la vostra magia?” Monica sorride anche a Raffaele.
“Il mio cuore sapeva cosa erano diventate le Note…”. Thomas perde lo sguardo lontano oltre l’orizzonte del mare. Di nuovo una smorfia di sottile dolore sul suo volto.
Raph si schiarisce la voce, interrompendo la breve pausa di silenzio che si era creata tra loro. “Thomas, caro… Credo che Monica volesse intendere altro… se per una volta riesci a lasciare da parte le Note…”
“Sì Raffaele, sarebbe bello dimenticare questi discorsi per una volta. Ma se Thomas ha piacere di parlarne, io lo ascolterò volentieri.” Monica si adagia comoda tenendo il bicchiere di vino stretto tra le mani su una colorata poltrona.
“Le mie orecchie volevano sentire quei cori sgraziati…” aggiunge ancora Thomas.
“Thomas… Mi dispiace per tutte queste incomprensioni con Le Note. Devi ammettere però che molte delle tue parole sono state davvero forti, tesoro. Mi auguro che ciò non porti nessuna conseguenza, me lo auguro di cuore!”
“Dovete dare tempo anche alle Note di crescere…” Interviene Raffaele. Mentre parla si allontana con calma verso l’entrata di casa per lasciare il terrazzo.
“Sì, sono d’accordo… anche molte di loro devono crescere, anche molti di noi…” aggiunge Monica.
“Già, e bisogna che cresca anche il piccolo Thomas Kaneirzein…”
Raffaele si ferma e lo osserva con amore di padre. In silenzio il suo sguardo si posa sugli occhi di Thomas.
“Da adesso… finché vivrò… darò loro il tempo… io… che ne dispongo per una vita soltanto.” Thomas pronuncia queste parole senza mai allontanarsi dagli occhi di Raffaele. Monica sente un leggero imbarazzo ad essere lì con loro. Sono molto legati. Lo sente. Eppure i loro sguardi nascondono anche un senso di sfida sommesso, appena percettibile.
“Aspetta… solo una domanda… Raffaele, aspetta…” Monica spezza il silenzio ancora.
“Dimmi, Monica…” Raffaele si volta verso di lei.
Un leggero imbarazzo nella voce tradisce Monica. “Sì… Ecco… Nei tuoi occhi, Raffaele, a volte vedo una luce particolare che non so definire. Ti dico cosa sento, così come lo sento. Da quando sono risvegliata in Pathos ti osservo e seguo i tuoi passi e le tue parole, vedo una Nota, un uomo, e ancora una Nota divisa a metà… ma ieri ho capito perché, ti ringrazio per avermi regalato una parte di te. Solo, a volte non sono sicura che tu non possa esplodere nella tua parte peggiore. Anche contro di noi. Noi che dici di amare. E contro Thomas. Thomas che dici di amare. C’è una luce in te, a volte mi rapisce. A volte mi confonde.”
“Monica! Posso essere stato crudele. Posso esserlo ancora. Uccido, a volte. Ma mai coloro che amo… Mai!” Pronunciando quest’ultima frase, lascia la terrazza.
Monica guarda Venosta allontanarsi. Segue i suoi passi leggeri in silenzio con lo sguardo. Monica e Thomas restano soli. Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto, come in una fiaba.
“Siamo soli ora, Thomas. Sono in imbarazzo. Non credevo potesse succedermi.”
“Hai fatto arrabbiare Venosta e sei in imbarazzo perché sei sola con me? A volte non ti capisco… amore…”
Thomas ha la voce calda e sensuale. Quella voce rimbomba come un’eco nel cuore di Monica. Il vino, gustosissimo e profumato, le bagna ancora le labbra.
“L’ho fatto arrabbiare, Thomas? Dici? Non credo, lui è andato via per noi. Lo so… me lo ha detto prima che tu arrivassi. Cosa ho detto che non va?”
“Perché, Monica…” Thomas ha lo sguardo triste mentre la guarda.
“Mi spiace, pensi che lo abbia offeso? Spiegami, Thomas, non capisco!”
“Il Mostro non si offende davanti a me… davanti a te… ti ha gettato la risposta nel silenzio. È solo, Monica. Viene etichettato e temuto perché è diverso. È come un nero in una tribù di 48 bianchi. Ed io non capisco il perché di tutto ciò e soffro per lui.”
Thomas prende il suo vino. Lo sorseggia con calma. Chiude gli occhi. Come se stesse gustando il nettare più dolce della terra. Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto, come in una fiaba.
“È solo, Thomas? Non lo siamo tutti? Ha il tuo amore, la mia ammirazione. Certo, anche se non condivido le sue idee. Non solo la nostra, tu hai fratelli, sai? E molti restano affascinati da lui. Molti.”
Siamo soli. Tutti siamo soli. Per un istante Monica si perde nei suoi pensieri.
Una voce lontana. Un’immagine lontana…
“Siamo soli, tutti, Thomas.” aggiunge ancora. Poi si volta e lo guarda.”Ascolta, Thomas. Sarò sincera. Non sono del tutto convinta che lui non ti farà mai del male, o che non ti userà mai. Come non sono convinta che non lo farà con me e con tutta l’umanità che tanto cerca. Forse ci userà anche inconsciamente. Ma potrebbe farlo. Anche con te. E sarebbe la tua fine. A me a volte il suo amore fa paura. È soffocante. Ti soffoca… La sua luce è particolare. Ma sono qui ora, nella sua casa. Con lui non ho mai avuto problemi. È stato sempre gentile con me. Anche se non ho mai taciuto le mie riserve nei suoi confronti. Lui lo sa bene.”
“Mi sta già usando, Monica. Udii quelle parole: io non ti permetterò di morire! Gli servo, Monica. Gli servo… come lui serve a me. Siamo uno squalo ed il suo pesce pulitore. Questa è la nostra natura, ormai. Questa e mille altri ancora sono gli amori che ci legano.”
Thomas allontana lo sguardo da Monica. Si perde ancora nell’orizzonte che si apre dalla grande vetrata di fronte a loro. Sulla terrazza. Con il profumo di salsedine che inebria le narici. Con il rumore delle onde che sembrano sempre più vicine ad infrangersi su di loro.
Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto, come in una fiaba.
“Usarsi in questo modo forse vi tiene uniti e vi fa sentire meno soli. Forse vi fa rispettare l’un l’altro. Ma in quali altri modi vi amate? I vostri sguardi sono così intensi. E ieri, dopo che Raffaele mi ha mostrato quella parte di sé… I Vostri sguardi erano molto intensi. Più del legame di cui mi stai parlando ora… Vuoi spiegarmi?”
“Amori. Amori insediati nella natura dell’uomo, Monica. Amore nel trovare un compagno nella solitudine, nel farlo sentire importante ed unico, nel farmi sentire vivo e fondamentale, nelle opportunità che mi dona. Nella fatica che butto nelle cose che mi chiede gentilmente di fare. Ancora in mille altri modi ancora…”
“Vi amate Thomas? Vi amate come un padre e un figlio, come due amici, profondamente, o anche… anche come amanti? Anche come amanti, Thomas?” Monica è imbarazzata. Ma questo non la ferma dal continuare il discorso. Ormai sente che deve arrivare in fondo.
Il vino intanto continua a deliziarle il palato. Le voci sono come echi lontani e vicini. Il ricordo ancora di una voce. Ora lontana. Lontana. Troppo, forse.
“Monica… Credo che una parte di lui mi desideri come l’aria che respira.”
Thomas abbassa la testa leggermente. Sempre tenendo nelle mani il suo calice tinto di rosso.
“E tu, Thomas?” chiede Monica con voce quasi tremante.
“Io, Monica? Io sono l’amore e l’odio, Monica…”
“Lo desideri, Thomas? Desideri anche tu quella parte di lui?”
Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto, come in una fiaba.
“Io? Non posso desiderarla, Monica. Non riesco. Non posso… Io desidero soltanto una cosa…” Thomas posa con lentezza il suo calice. Si alza dalla sedia. Lo sguardo fisso negli occhi di Monica. Si avvicina a lei con passo molto lento. Per occhi, il riflesso di un deserto remoto. Una mano delicata si avvicina al volto di Monica. Il Pathos stride ancora il suo magnifico accordo e le gambe del dottore lo sorreggono di nuovo. Ancora. Monica resta immobile senza emettere un suono. Ancora una volta un’immagine diversa di Thomas davanti a lei. Un’immagine dalla quale resta ancora una volta completamente rapita. Il nettare rosso e Thomas… Non c’è altro ora davanti a lei e dentro lei. Non c’è altro ora in lei.
L’aria nella terrazza è densa di amore fuso a Pathos. L’odore della spuma del mare è inebriante come un profumo afrodisiaco. La mano di Thomas così calda. Il suo passo e il suo vigore dimenticato. Lei chiude gli occhi e si perde in quella calda carezza. Il calore penetra ancora dentro di lei. Come in quel sogno perduto tra la sabbia. Come in quel sogno. Un sogno ora provoca emozioni reali. Tangibili. Vere.
Due labbra carnose e pesanti, roventi e dolci come un siero divino, si strofinano sulle sue. Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto, come in una fiaba.
L’odore del mare permea l’aria completamente. La spuma che fa sentire il suo delicato sciogliersi e ricrearsi. Tutto si fa reale. Sensazioni vive, e odori, e suoni, che penetrano nelle narici, nelle orecchie, e si insinuano lentamente fino all’anima. Una fitta nebbia di emozioni li chiude in un cerchio mobile.
Flussi di emozioni dolci e delicate e forti e penetranti circondano l’atmosfera. In contemporanea colpiscono le loro menti, i loro corpi, i loro respiri.
In che tempo, in che luogo, in che dimensione i sentimenti si sono fermati? Forse, solo dentro di loro. Puri. Come acqua limpidissima.
“Le tue labbra, Thomas…” Il sussurro di Monica, persa nel vortice delle emozioni che la rapiscono. Come acqua limpidissima, lontana dal petrolio e dagli squali nascosti.
“Io… mi ricordo del tuo bacio… Monica…” La voce di Thomas si infrange sulle labbra in leggero movimento. Il rumore delle onde che si infrangono educate sulla vetrata accompagna i gesti, come una dolce melodia i suoi ballerini. In quella coreografia surreale e reale al contempo.
“Il tuo bacio, Monica. Lo ricordo nella mia mente. Adesso. Mille volte più forte mi esplode nell’anima. Sei carne Monica. Sei passione. Passione intrisa nelle mie membra.”
“Anche io, Thomas. Il tuo bacio caldo. Non l’ho mai perduto nella mia mente.”
“Come potevamo scordare quel momento, quando NOI eravamo DEI? …Monica.”
…Mentre ancora i gesti lenti si muovono in accordo con i suoni circostanti, e mani che si toccano, e pelle e emozioni che si infrangono…
“Il tuo bacio, Thomas, è mille volte più forte. Sì. Forte come una nuova linfa, mi attraversa. Come il mio corpo lo sente ora. Come mai la sola mente poteva sentire.”
“Come Adamo baciò Eva. Due anime in un mondo tutto loro. Solo loro, Monica.”
Un mondo da plasmare nelle loro menti. Un mondo ancora da definire. Un mondo loro da vivere a modo loro. Il loro sogno. Il sogno lontano da ogni comprensione possibile tranne la loro. Il sogno che nessuno ancora mai ha scoperto in loro. Un sogno nato nel flusso del loro risveglio alla nuova vita. Da quanto tempo li aveva rapiti? Il tempo. Non possono saperlo più nemmeno loro, ormai.
Un sogno impossibile da imprigionare. Un sogno che sopravvive anche a loro stessi. Un sogno libero, con voce propria, che vaga nelle loro anime, con luce propria, senza legami. Un sogno che si ribella ad ogni tentativo di essere soffocato. Impossibile imprigionarlo, anche solo per un istante.
“Ho conservato dentro di me ogni tuo ricordo, AMORE…”
Thomas e l’AMORE. Monica e l’AMORE. Le parole echeggiano libere nello spazio fra le loro labbra e il loro respiro.
“Amore… Ogni tuo sguardo rubato da lontano… Ogni istante di silenzio confuso nell’eco delle mille voci che ci avvolgevano… Le sensazioni della memoria sul mio corpo non sono minimamente paragonabili a ciò che sento ora.”
“Questo è il nostro sogno. Quello che avevamo percepito era un timido allarme, un avvertimento. Per prendere fiato in questa apnea fantastica.”
Le parole echeggiano libere nello spazio fra le loro labbra e il loro respiro.
“È dunque questo, l’AMORE? Allora non ho mai amato davvero, prima di te? O forse esistono mille volti che l’AMORE possiede… Un sentimento che esplode senza freni! Io vibro come corde di violino.”
Thomas e l’AMORE. Monica e l’AMORE. Le parole echeggiano libere nello spazio fra le loro labbra e il loro respiro.
“Siamo un solo strumento, Monica. Siamo un solo strumento Thomas. L’AMORE è la nostra melodia. L’AMORE è la danza che i nostri desideri stanno ballando, nella coreografia di questo Sogno, che è nato a prescindere da noi.”
Monica accarezza con dolcezza la nuca di Thomas. Le sue mani entrano in profondità e si muovono leggere, stringendo e carezzando i suoi capelli. I capelli di Thomas. I suoi capelli girano gioiosi tra le sue dita. Si attorcigliano come piante rampicanti, desiderose di andare lontano.
“Monica…” Thomas assapora quei brividi prodotti dalle sottili unghie della donna. Perso nel suo sguardo. In quella passione che stava crescendo.
“Monica… Io ti desidero… Semplicemente… Semplicemente… Ti desidero…”
“Thomas…” Le labbra di Monica sussurrano nelle sue orecchie, mentre respira l’odore che come musica la sua pelle emana verso di lei.
“…AMORE MIO…” Thomas muove la testa tra le sue mani. Come un gatto desideroso delle carezze del suo temporaneo padrone, amico, amante.
“Sì, Thomas… AMORE MIO…”.
“Con te ho imparato che il tempo non ha confini. Non ho più paura del tempo. Dove sei, con chi sei… Non ha importanza. Sei dentro di me. Ti sento ora come un pugno nello stomaco. Un dolore sottile e robusto e meravigliosamente piacevole mi accarezza.” Le parole echeggiano libere nello spazio fra le loro labbra e il loro respiro.
Un posto lontano da tutto. Un luogo dove è facile perdersi d’incanto, come in una fiaba.
Le mani e le braccia seguono i movimenti del desiderio. Le braccia di lei lo avvolgono completamente.
Thomas chiude gli occhi, stringendola con un innaturale vigore. Monica poggia la testa sulle sue spalle, come nel loro sogno, mentre con le mani libere ancora si fa spazio con le dita sulla sua pelle nuda e calda.
Con una nuova dolcissima forza che lo rende VIVO… finalmente… Thomas avvicina ancora le sue labbra a quelle di lei… Assaporando senza fretta quell’antico sapore del migliore dei vini.
Monica apre e chiude le labbra, per sentire ogni piccolo istante di quel momento eterno. Lui le morde teneramente quei dolcissimi lembi di carne caldissima.
“Nulla, nulla è stato mai più gustoso alla mia mente, alla mia bocca, che il tuo sapore.” Le parole echeggiano libere nello spazio fra le loro labbra, il loro respiro e la loro pelle. Thomas piega lentamente il collo. Dolcemente, come un canto di voci bianche. La sua bocca bacia il collo di lei, strisciando leggera verso l’orecchio. Monica chiude ancora gli occhi. Thomas apre la bocca in un sussurro leggero. Ogni singola parte dei loro corpi è sospesa nel vortice che li avvolge delicato. Librati in aria. La sensazione di nuotare.
Quel respiro potente e dolcissimo urta leggero, con tutta la sua passione, l’orecchio di Monica. La passione che entra da quella soglia per spargersi delicata dentro di lei. Difficile far uscire ancora suoni dalla bocca. Tutto si perde in una danza sinuosa al tocco degli amanti. Tutto si perde nei loro respiri leggeri.
“Thomas… La macchina delle emozioni, Amore, ricordi? Ora potremmo registrare come un film tutto questo. Riviverlo ancora, ogni istante desiderato.”
“Ora potremo vivere le nostre emozioni, Monica…”Le parole, sempre più a fatica, echeggiano libere nello spazio fra le loro labbra, il loro respiro e la loro pelle. Un respiro profondo di Thomas. Un timido morso al lobo destro, morbido.
“Viverne sempre di nuove…” Le parole, sempre più a fatica…Un altro respiro. Più profondo del primo. Stupendo, più del primo. Più sensuale del primo.
“Sempre più forti. Sempre più vere…” Le parole…Il respiro era fuso con il suo. L’istinto più profondo e più naturale scuoteva Thomas da dentro…
Il respiro di lui entrava dentro di lei. Difficile, impossibile ormai controllare ogni singolo movimento del corpo e dei sensi, mentre le sue dita, come fiori mossi al vento, accarezzano la schiena di lui. Impossibile ritrarsi dalla tempesta che la colpisce, dal vortice che la avvolge.
Accarezza la pelle di Thomas, così morbida, così calda. Ogni carezza uno scossone di emozioni che la colpisca in tutta se stessa. La bocca di Thomas esita ancora un attimo sul lembo caldo del lobo. Torna seducente verso la linea del mento, liscia come seta. Sale verso il bordo superiore del labbro, succhiandolo, ed incatenando la sua bocca in una tenera e rovente prigionia. Le mani di Monica salgono piano, non tralasciando nulla al loro tocco durante il percorso stabilito, senza un obiettivo preciso. Carezze accurate. Carezze dettagliate. Mani tremanti che tornano ai capelli. I capelli di Thomas…Le braccia di Thomas la cingono da dietro. Forti. Con ampi gesti circolari fa scorrere le dita morbide sulla camicia, formando onde e pieghe suadenti. La camicia sembra sgusciare di propria volontà da una spalla di Monica. Mentre la bocca ansimante la bacia su quel nuovo punto di passione.
Quella spalla scoperta, rotonda e liscia. La lingua passa timidamente ad accarezzare la fossa del collo, tra la scapola e la nuca… Per scendere a bagnare la spalla. Le labbra di Monica si tuffano con decisione, perdendosi ancora tra i capelli di lui. Le dita danzano ritmate dai loro respiri. Unico suono che si perde nella terrazza.
L’unico suono che sente o percepisce. Ogni movimento tra i suoi capelli le provoca un sussulto Un timido morso di Thomas, ancora, sulla pelle morbida e vellutata. La camicia scivola via, addormentandosi come un drago di seta sulla terrazza. Un piccolo gemito esce timido dalle labbra di Monica. Un piccolo gemito che immediatamente lascia il posto alla passione sfrenata che le cresce dentro. Le mani si aprono dietro di lei. Grandi. Forti. Prepotenti e gentili. Le stringono i fianchi, per poi salire incrociate verso la schiena. Gemiti, ancora. Più forti.
Le mani di Thomas, agitate da nuova musica, cominciano a stringere a sé il suo corpo fremente. Ad accarezzare, ancora e ancora. Un suono improvviso, come di un filo tranciato. Gli occhi di Monica, mai aperti, per sentire con l’anima ogni piccola emozione esplodere dentro. L’eco di un’onda alle loro spalle, ed una strisciata di palline candide e lucenti cominciano a ballare cadendo sul pavimento. Un altro, ancora ed ancora… un altro.
Il rumore delle piccole sfere striscianti sul filo grigio è un gemito di passione. Le piccole perle bianche saltellano sul pavimento, salutando la nudità di Monica. La bocca di Thomas non smette di baciare nessuna parte di quella donna, la passione fatta carne. La bocca, le mani, tutto il corpo di Monica vibra incontrollato al contatto della pelle di Lui. Adesso le sue labbra assaporano il seno di Monica, inclinando il capo con lentezza estenuante. Le mani tra i capelli di lui. Ancora. Mentre il suo calore si muove lento su di lei, che ancora posa le labbra sulle sue spalle, per fermarsi su quell’odore di corpi nudi.
“Io… IO TI AMO.”
I seni di Monica, al contatto delle labbra di Thomas, pulsano come entità indipendenti. Un corpo mosso in ciascuna sua parte dalla totalità di una vita. Con la lingua Thomas disegna piccoli cerchi intorno ai seni lisci di Monica. Morbidi e sodi. La schiena di Thomas. Le sue mani non perdono mai la rotta stabilita dai sensi. Le unghie delicate accompagnano i suoi movimenti in armonia. Per passare ad accarezzare le sue guance di seta.
Ancora le mani di lei si lasciano rapire dalle spalle di lui. Un istante di esitazione ancora. Si posano e si addormentano ancora un istante sulle sue spalle. Lentamente riprendono la marcia, come fili d’erba mossi dal vento leggero. Sollevano delicatamente i lembi della vestaglia che accarezza il corpo di Thomas, e con la stessa calma accompagnano la discesa di quel tessuto morbido, che abbandona il suo corpo lasciandolo nudo.
Thomas esita un istante, poi con un unica linea la lingua disegna una retta che parte dal seno arrivando alle labbra. Sembra ritrarsi al contatto della bocca. Lei afferra le sue labbra, un morso leggero. Bagnarle piano con i movimenti della lingua, che disegnano piccoli cerchi e curve disarmoniche, senza fissa meta, seguendo solo il desiderio dettato dalla spasmodica ricerca di quel sapore, ancora.
“TI AMO, Monica….” sussurra in attimo di immobilità estrema, con gli occhi di nuovo persi nell’infinito dei suoi. Sapori, odori. Così nuovi, così antichi nei loro ricordi. Due corpi nudi. Pelle nuda. Calore. Sensi. Passione. Amore. Il calore dell’altro. L’odore dell’altro. Il desiderio dell’altro. Il desiderio per l’altro.
“Sì… AMORE… e ancora… ancora…”
Un’unica parola che si perde nell’emozione dello sguardo di lui negli occhi di lei. Come una valanga di emozioni, brividi dagli artigli di cristallo graffiano le loro schiene, quando il contatto delle loro nudità li scuote con il calore del fuoco. Il respiro ormai è come il battito impazzito del cuore. I suoni si fondono tra loro, e così gli odori.
“Nulla, nulla è stato mai più gustoso alla mia mente, alla mia bocca, che il tuo sapore.”
Non è più possibile controllare. Fermare. Sottrarsi. Non è più possibile, ormai. Il rumore del mare. Il suo profumo di salsedine. I loro corpi. Il calore del contatto. L’odore. Il respiro. Ancora il suono dei movimenti. Un tutt’uno. Il desiderio è come un fuoco che arde incontrollato. Il battito cardiaco accelerato rimbomba nell’eco del respiro. Primordiali istinti si impossessano dei due, mentre si avvicinano stretti, senza mai staccarsi da quell’abbraccio di fuoco, verso il bordo della finestra.
Con un gesto rapido e deciso, Thomas solleva Monica stringendola per i fianchi. Quel giovanile vigore inaspettato la stordisce. Immersa in quei baci profondi. Persa in quei baci profondi. Il vento prende ad accarezzare la schiena di Monica, dalla finestra aperta dietro di lei, per lasciare entrare i suoni del mare sotto di loro. Tutto si impregna dei loro profumi, mentre liscia i capelli di Thomas mossi dal vento, scoprendogli il volto.
Thomas, la sua forza. Un nuovo uomo ora, davanti a lei. Un uomo desiderato da sempre. Un desiderio tenuto legato in eterno che comincia a liberarsi. Il suo volto.
“Ti desidero, AMORE… Non posso più stare fuori da te.”
Le loro nudità si incontrano. Monica guarda Thomas intensamente. Solo un istante, e in quello sguardo lui capisce che in lei arde lo stesso desiderio. La sua carne bacia sfregandosi con le sue carni. Piano… Lentamente… Ancora il respiro sale, piccole perle di sudore cominciano a fondersi sui due corpi. Corpi uniti. Corpi serrati. Corpi compenetrati. Mani agganciate alle spalle di lui. Il vento ancora le solletica la schiena. I capelli di lui, mossi dal vento, che le accarezzano confusamente la pelle. Una carezza di carne, una stretta rovente. Un dolore. Il piacere di quel contatto mai provato con la donna che desiderava da troppo tempo. Lentamente, cercando di controllare ogni movimento.
“Thomas…!” Il suo nome quasi urlato e soffocato insieme. Un contatto che spezza respiri.
“Mo…nica…” i muscoli si contraggono. Il contatto interno diventa piacere folle. Caldissimo. Quasi impercettibile il divario dei corpi differenti. Thomas getta il suo volto tra il collo e la spalla di lei, mentre estende il collo per godere di ogni attimo, di ogni vibrazione.
Monica chiude ancora gli occhi per perdersi, per non pensare. Thomas, parte di lei. Ogni piccolo movimento la fa impazzire. Il desiderio di lui è sempre più forte, e sempre più deve controllare la sua forza istintiva di possedere tutto il suo essere.
“Lasciati andare, Monica… Lasciati anda…re…”
Volti uniti, si sfregano come tutto il loro corpo. In un movimento antico, l’essenza della passione. Thomas entra dentro di lei con la passione di un’onda.
“Impazzisco, Thom..as.. per t..e…”
Il respiro gli muore in gola, mentre il calore lo brucia come carta sul fuoco.
“Non usci..rei….MAI….dal …tuo..C..orpo…MAI….”
Il calore. Il fuoco. Il calore ancora. Esplodeva. Libero. Lei si stacca dall’abbraccio e posa le mani sulle sue spalle per accompagnare i movimenti di lui.
“Non usc..ire..ma..i am..ore Ti..preg..o”
Come un leone, rabbioso in natura e schiavo del suo istinto, corteggia pieno di gentilezza la leonessa, Thomas cade in preda all’antica fiamma della passione. Piccoli morsi e profondi graffi. Lei, serrando le spalle e non controllando più il desiderio di lui, lentamente lascia penetrare le unghie nella sua pelle. Movimenti leggeri, come cullati. Cullati dai sensi e dalla passione, unici complici di quegli istanti.
Movimenti più sfrenati per sentire ogni volta il fuoco che li possiede ad ogni movimento. Si stanno amando come mai avrebbero immaginato. Un sogno reale. Un sogno irreale. Un sogno…La parte animale, nascosta nell’uomo, prende la sua rivincita sulla razionalità che la lega in cravatte ed in cappotti pesanti.
Movimenti forti e prepotenti sono l’essenza della passione e della dolcezza… ogni volta che le loro carni si sfregano, un pezzo di uomo muore per far nascere piacere. Nessun luogo. Nessun concetto di tempo. Gambe serrate abbracciano i fianchi di lui, mentre ondeggia seguendo il ritmo del mare. Solo il rumore del respiro, e del corpo che si muove ritmicamente in un ballo primordiale. Cambiando di ritmo, di tonalità, di velocità. Ora una carezza gentile. Ora una corsa sfrenata… Per restare. Per fermarsi. Per sentire tutto il loro Amore, prepotente e dolce, fermarsi.
Quanto tempo è passato, dove sono adesso? Lo spazio sono i loro corpi fusi… il tempo il piacere che smembrava l’anima… Il tempo. Cos’è il tempo?
Solo come un lembo leggero tutte le emozioni scaturiscono dai loro corpi e si alzano intrecciandosi. Il tempo. lo spazio. Le dimensioni. Si perdono, e restano incantati ad osservare l’amore. Il loro amore sembra non avere mai fine… movimenti decisi… desideri remoti che tornano con passione crescente… gemiti decisi… escono dalle labbra… mentre gli occhi si contorcono perdendosi senza sosta…
“Nulla, nulla è stato mai più gustoso alla mia mente, alla mia bocca, che il tuo sapore.”
I capelli si muovono uniti nel loro primordiale ballo. Un piccolo canto dalla bocca di Monica.. una melodia che lei aveva dimenticato. Di nuovo le sue braccia strette a lui. Quasi a volersi fondere con lui. Il respiro sempre più profondo, pura passione spinta nell’aria…
“Mon..ica….”
“Tho…m..a..s”
Ogni sillaba scandita da una spinta di lui mentre lei gli va incontro, in una complice danza di passione.
Non c’è più respiro. Respiro che esce e si ferma anch’esso a guardare la loro lotta amorosa. Una lotta e una danza al tempo stesso.
Dall’alto i loro corpi appaiono come uno. Uno solo. Due e uno. Cosa sono in questo momento? Un Uomo ed una Donna. Lei che accoglie lui, tutto, nelle proprie carni roventi. Un unico essere ansimante di passione.
Si accolgono ancora. La Natura ha elargito uno dei doni più belli a due creature che per lungo tempo si sono dimenticate di esistere. I muscoli cominciano a fremere e ad irrigidirsi, scossi dalla passione ormai incontenibile. Ogni volta che Thomas si avvicina con decisione a lei, le due anime si fondono in una, perdendosi. Ad entrambi sembra di udire ogni suono l’una dell’altro. Di percepire ogni emozione l’uno dell’altra. Ogni ricordo. Ogni dolore. Ogni piacere.
Unghie serrate e pregne della loro pelle. Spasimi… Spasimi che donano nuova passione e forza. Movimenti sempre più decisi e precisi. Come richiamo di antiche memorie. Gesti perfetti che li portano verso il piacere immenso. Il cielo si sta schiarendo.
“Sei in m..e.. Th..omas…”
“…..Son..o…..T..E……..MOn…i…ca….”
“..si..i..i..IO…SoNo..te..si..i”
Il flebile calore del sole si affaccia timidamente sui due corpi uniti. Dietro l’orizzonte del mare coperto dalla notte, già un timido raggio fa capolino…
“…sI….Am.OR…E…….”
Calore. Sole. Vibrazioni. Luce. Corpi compenetrati fino allo spasimo.
“…StIa…mo……SorGe..Ndo…Anche NoI….AM..O..rE……..”
Le parole ricominciavano lentamente ad affacciarsi con loro…Movimenti frenetici. Rapidi. Forza animale. Passione incontenibile.
“Re..sta…dent..ro..di m..e…”
Calore. Fuoco. Calore come magma. Corpi intrisi. Carni frementi e bagnate. Carni ansimanti. Esplosioni roventi.
…E la quiete…Lusinghe del corpo, in strette roventi. Aggrappati uno all’altra. Con movimenti leggeri che ancora li permeano. Getto di passione che ancora li unisce, azzerando il limite dei corpi divisi. Thomas. Respiro corto. Respiro spezzato. Respiro che muore e nasce sul collo di Monica. Labbra. Le labbra di lui. Ancora le sue labbra, accarezzano pelle ora morbida. Muscoli rilasciati. Lentamente in riposo. Una stretta potente con le braccia la cinge di nuovo. Le sue braccia lo avvolgono ancora.
“AMORE mio…”
Un colpo leggero. Nuovo ancora quel calore. Un sussurro leggero e voce limpida e calda. E il sole decide di alzarsi con quelle parole. Un lampo di fioca luce, sembra la luce di una stella nei fianchi di Thomas. Lei si volta a guardare il sole. Poi ancora negli occhi di lui. Sorridendo.
“Ti…A.mO……RaG..Gio…..Di ..SOLE…….”
Le sue mani accolgono il suo viso. Un bacio ancora. Leggero. Sulle labbra poi sulla fronte. Ancora i suoi occhi. Gli occhi di Thomas. Lui si abbandona tra le sue braccia, inclinando lentamente il volto. Si struscia senza tempo sul suo collo di seta, sente il suo sangue pulsare forte sulle sue guance. Lei si lascia cadere dalle sue braccia e si volta a guardare il sole. Thomas scivola alle sue spalle, cingendola da dietro. Le mani di Monica prendono le sue e si fanno avvolgere completamente. Il petto di lui contro la schiena di lei.
Il sole sta nascendo, con la velocità ipnotizzante dell’alba. Le dita di Thomas strofinano quel ventre liscissimo e piatto. Le mani di lei stringono quelle di Thomas. Entrambe poggiate sul suo ventre.
“Un nuovo giorno… Mi sembra di nascere oggi… Thomas…”.
“Siamo nati oggi… Monica… SIAMO…”
Le mani sottolineano quella strana parola: SIAMO…
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