ESERCIZIO: Una corsa contro il tempo
Un piccolo esercizio di scrittura lampo. Datevi un tempo e inseritelo nel contesto della storia. Scrivete per quanti minuti vi restano da scrivere, come nel caso qui sotto, appena 33… Una corsa contro il tempo sul filo della tastiera.
IL VERME ZANNATO
Ho solo trentatre minuti per raccontarvi tutto, e dico proprio tutto, perché se mi dimentico di qualcosa potreste fare la mia stessa fine, perciò devo essere preciso. No, niente introduzioni, solo fatti. Fatti.
Mi trovo nel sottosuolo cittadino e posso già sentirlo, un rumore distinto e greve dal centro della terra. L’ho svegliato con il tocco di un pensiero. Non volevo, vi giuro, ma adesso è sveglio e sta venendo a prendermi.
Siete liberi di non credermi, ma vi sono cose oltre gli spazi di memoria consentiti che possono distorcere completamente la realtà come la si conosce, e non solo la realtà. Per anni abbiamo sentito la necessità di dividere il mondo reale da quello binario, del tutto ignari dell’esistenza di un terzo mondo, o forse addirittura di un quarto, di un quinto e di chissà quanti altri.
Perdersi in un sogno alterato dalle droghe digitali è come viaggiare attraverso molte dimensioni. La tua essenza si assottiglia, diventa un filamento di luce. Amo avvolgermi attorno alle comunità mentali o alle proiezioni dei sognatori, entrare in una storia, una di quelle che la gente spara inavvertitamente nella ruota del giro-tempo. C’è chi cerca ancora di imprimere il tempo alla matrice. Sciocchi… Lo sapete tutti il motivo, no? È perché il tempo è solo stramaledettissimo denaro, ecco perché. Quando si sono accorti che laggiù il tempo non esiste hanno provato di tutto, ma nessun simulatore è in grado di convincerti della tua caducità. Soldi sprecati. Fatica sprecata. L’oblio è solo l’oblio.
Ma non divaghiamo, perché siamo a fare i conti con la realtà adesso, e non mi rimane più molto tempo. Il rumore sale, ad ogni minuto si fa più vicino, insistente, miete, rastrella, mangiucchia pezzi di crosta terrestre. È un baco con fauci d’avorio che rode la terra sotto i miei piedi. È il dio dell’oscurità che viene pranzare insieme a me, con me , di me.
C’è un buco oltre il tredicesimo quadro, nei fondali sconfinati della matrice. Laggiù ognuno deve fare con quello che ha. Galleggiano meduse letali e fameliche murene, ma di pesciolini curiosi ve ne sono sempre tantissimi. La libertà, quella totale e imbarazzante, ha il prezzo più alto.
Il tredicesimo quadro è un luogo buio. Laggiù i codici ritornano indietro a sbalzi e spesso si alterano, mandando in corto il sistema. Più volte mi sono risvegliato di botto senza capire dove mi trovavo o da dove ero riemerso. Laggiù il filamento può perdersi in un labirinto di specchi, e farti assaggiare un brivido di eternità. Roba da farti perdere la testa!
Ma c’è un buco. Forse è proprio uno di quegli specchi che, mutandosi, ha creato una voragine, un accesso verso qualcosa di se possibile ancora più obliante. E laggiù ho risvegliato Lui, il verme, colui che striscia attraverso chilometri di cunicoli sotterranei anelando la mia anima. Ancora dieci minuti e sarà qui.
Ne esistono molti altri come lui. Ve ne sono migliaia e dimorano nelle profondità della terra. Come faccio a saperlo? Me lo ha detto lui, prima che iniziasse la sua rapida ascesa. Nella grotta la sua testa dentata si è sporta fin sopra il filamento che mi rappresentava. La sua forma anelloide si è avvinghiata al mio non-corpo, sussurrandomi parole feroci. Mi ha anche detto il suo nome, ma l’ho dimenticato, oppure semplicemente non sono in grado di decodificarlo in questa sembianza. Adesso lo chiamo il Verme Zannato, e mi sembra un nome bellissimo.
Il rumore è diventato insopportabile. Le pareti della stanza hanno incominciato a tremare, i vetri delle finestre che danno sui marciapiedi della città tra poco esploderanno, perché il dio della terra farà il suo ingresso per il banchetto.
Addio, corpo, ti lascio per sempre. Sarai la colazione del mio sublime signore, Verme Zannato, essere dormiente e padrone di una razza defunta. Vieni … sono tuo.
E voi, prestate molta attenzione. Non anelate troppo l’oblio, perché lui adora soddisfare le vostre richieste …
GM Willo – Altri Lavori
Pingback: IL VERME ZANNATO « WILLOWORLD·
Pingback: LETTURE PRIMA DI CORICARSI « I Silenti·