FIENO O VOGLIA D’ESTATE

Capita abbastanza spesso che un odore captato per caso stimoli i nostri ricordi, riportando la mente a fatti accaduti anche molto lontano nel tempo. Basta una lieve percezione, un sapore frizzantino che si insinua nelle nostre narici per darci quella sensazione di soave malinconia che ci empie il cuore e ci offusca il cervello. I fatti della vita sono sempre legati ad un profumo in presenza del quale ci vengono richiamati tramite la nostra mente birichina, che non si perita di sapere quanto lontani essi siano e dunque se il loro ricordo possa gettarci nell’angoscia più nera per la consapevolezza dell’eccessivo scorrere del tempo. Sono proprio i dolci profumi che riportano sovente alla memoria del sottoscritto alcuni fatti accaduti durante la sua movimentata giovinezza e che, a tutt’oggi non cessano di rallegrarne lo spirito. Una fredda e grigia serata invernale mi trovavo seduto sulla mia vecchia poltrona ascoltando il ticchettio della pioggia sul tetto e riflettendo sullo scorrere repentino del tempo, quando improvvisamente le narici mi si riempirono del penetrante odore del fieno essiccato al sole. Per un istante i miei sensi vennero meno ed ebbi un lieve giramento di testa: fieno secco, immensi campi cottisotto il sole estivo, letti bagnati dal sudore di interminabili torridi pomeriggi, canicola, urla di bambini che giocano liberi, a piedi nudi su distese di erba secca sopportandone le punture sotto le piante. I bambini… credo che l’estate per i bambini sia il periodo più bello dell’anno, vuoi perché non c’è l’odiata scuola, vuoi perché gli adulti allentano i controlli e si può stare fuori a giocare fino a sera senza rischiare di essere sgridati. Ricordo sempre le lunghe estati dei miei 11-12 anni, tante esperienze fatte con gli amici, quelli il cui ricordo non svanirà mai perché complici dei momenti più felici e spensierati. Interminabili partite di calcio sul campetto polveroso del paese, a torso nudo sotto un sole cocente e con le gocce di sudore che entrano negli occhi e li fanno frizzare. Pranzi e cene consumati con l’orecchio teso a captare le voci dei compagni di ventura che vengono a chiamarti, pronti a nuove scorribande e monellerie di ogni tipo, con i capelli spettinati e gli sguardi sbarazzini. Il caldo torrido è anche l’ideale per stare spaparazzati sotto il castagno fuori dalla casa colonica del proprio migliore amico e trascorrere le ore giocando a Dungeon & Dragons, bevendo acqua gelata e, di tanto in tanto assaggiando i biscotti fatti dalla nonna. Gesù, darei tutto quello che posseggo pur di trascorrere ancora giornate come quelle, con il canto assordante delle cicale che dopo un pò non senti più perché ti ci abitui… il frusciare del vento caldo come un phon fra le rigogliose foglie verdi e, in lontananza il motore dei trattori che raccolgono le presse di fieno. A 11 anni basta davvero poco per essere felici, anche un piccolo ruscello quasi secco può trasformarsi in una lussuosa piscina dove sguazzare sghignazzando, sentendosi grandi e fieri di ciò che stiamo facendo. Proprio come dice il protagonista di un vecchio film, le discussioni che si accendono fra i ragazzini riguardano argomenti considerati di estrema importanza… prima di scoprire le ragazze: quale eroe dei cartoni è il più forte; qual’è la strategia migliore per vincere una partita a D & D e cose di questo genere… Le sere d’estate poi sono davvero il massimo, tutti in piazza, con l’asfalto che ribolle e i grilli che cercano di farsi sentire… divisi per età: da una parte i più piccoli con genitori al seguito, dall’altra i più grandicelli ed a margine gli adolescenti, tutti rigorosamente con il motorino. Piccole trasgressioni consumate all’insaputa degli adulti, seduti a frescheggiare nei giardini delle case ignari di quello che i figli combinano… il gusto delle prime sigarette fumate nascosti dietro le balle di fieno: l’eccitazione quando le metti in bocca, il batticuore appena le accendi, le vertigini dopo i primi tiri e la nausea per il resto della serata… un ricordo che accende ancora di più la nostalgia e fa venir voglia di accendersi seduta stante una cicca. Perso in questi dolci pensieri, improvvisamente mi sono svegliato sulla mia vecchia poltrona, la schiena indolenzita, le lacrime agli occhi. Ho sceso lentamente le scale della mansarda, sono entrato in camera dei miei figli e mi sono messo a contemplare il loro dolce sonno: “Vivete pienamente le vostre esperienze piccoli, l’infanzia purtroppo viene una volta sola e vi garantisco, maledettamente ve lo garantisco che la rimpiangerete per il resto dei vostri giorni, soprattutto quando, improvvisamente, si insinuerà nelle vostre narici un dolce odore di fieno!”

Massimo Mangani – Altri Lavori

Foto di Willoclick

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3 risposte a “FIENO O VOGLIA D’ESTATE

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