IL CONIGLIO E L’ARMADILLO

C’era una volta un coniglietto di nome Filippo che viveva in una buca sotto la collina, insieme a tutta la sua comunità di coniglietti, che erano un bel po’… C’erano il babbo, la mamma, i suoi otto fratelli tutti più grandi di lui, e poi c’erano zia Verusca, zio Ernesto, zio Luigi (anche se non era proprio uno zio, ma tutti lo chiamavano così) e poi, col manto un po’ spelacchiato ma sempre arzillo, c’era anche nonno Gilberto. Filippo era proprio piccolino e il mondo fuori dal suo buco sembrava tanto grande e pericoloso. Di notte aveva una paura terribile di Silvio il gufo, che planava all’improvviso quando la luna si nascondeva dietro le nuvole. Una sera il povero Carlino non lo vide arrivare e così l’uccello affondò gli artigli nella sua pelliccia trascinandolo su nel cielo scuro. Quella notte Filippo non riuscì a chiudere occhio…
Ma un giorno sotto la collina vide passare un animale strano che nessuno aveva mai visto. Alcuni da lontano lo scambiarono per una talpa, ma Filippo, che aveva gli occhi buoni, disse subito che era qualcos’altro perché sulla schiena c’aveva una specie di armatura. “Oh, anche a me piacerebbe avere un’armatura come quella” pensò il coniglietto ad alta voce. “Così potrei andarmene a giro anche di notte senza temere che il malvagio Silvio mi afferri e mi trascini nella sua tana…”
Mentre diceva queste parole gli si avvicinò nonno Gilberto, che tra tutti era il più saggio.
«Lo sai come si chiama quell’animale?» domandò il nonno.
«No, nonno, non lo so» rispose il coniglietto.
«Quello laggiù è un armadillo, e se ha quella corazza è perché deve difendersi da animali ben più grossi di Silvio il gufo.»
«Quali animali?» chiese curioso Filippo, che l’animale più grosso che aveva visto era Fernando il gatto.
«Puma, giaguari, pantere… Sono felini, proprio come il vecchio Fernando, ma molto più grandi e pericolosi» spiegò il nonno, corrugando la fronte grinzosa.
«E dove si trovano?»
«Lontano… in un altro paese.»
«E che cosa ci fa lui qui?» domandò allora Filippo indicando l’armadillo.
«Non lo so. Forse è scappato dallo zoo, oppure si è stancato di vivere sempre nella paura e ha deciso di lasciare la sua terra.»
«Ma come può aver paura lui che ha quella corazza?»
«Oh, mio caro ragazzo, tutti hanno paura, anche i grandi felini. Ricordati che nessuna corazza, per quanto spessa, e nessun artiglio, per quanto lungo ed affilato, è in grado di sconfiggere la paura. Perché la paura non è fuori» disse il nonno, indicando gli alberi ed il cielo sopra la collina, «ma qui dentro» concluse, toccando la testolina del giovane coniglio.
«Ma nonno, io ho paura di Silvio…» confessò il povero Filippo.
«E Silvio ha paura della grande aquila, e la grande aquila ha paura dei cacciatori, e i cacciatori hanno paura di tante di quelle cose che stenterai sicuramente a crederci. Insomma, quello che voglio dirti è che se non vuoi più aver paura del gufo Silvio, smettila di temerlo, tutto qui.»
L’armadillo proseguì verso la valle e presto scomparve alla vista di tutti. Allora gli altri conigli tornarono a giocare a rincorrersi. Filippo ripensò alle parole del nonno e lentamente prese coraggio. Ma quando scese il buio e il canto di Silvio risuonò nel cielo scuro, la paura tornò a ghermirlo.
«Nonno, ho provato a smetterla di aver paura, ma quando ho sentito la sua voce non ho potuto fare a meno di temerlo» disse Filippo il giorno dopo.
Allora il nonno gli sorrise e rispose: «Non si vincono le paure dal giorno alla notte. È per questo motivo che ci è stato dato il tempo di una vita.»

GM Willo – Altri Lavori

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2 risposte a “IL CONIGLIO E L’ARMADILLO

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