L’ISOLA ROSSA

Annusi l’aria nell’ora del crepuscolo.
Sembra invernale.
Un alito di vento traghetta le mani verso un oggetto segreto, una vela furtiva.
Da lontano senti un ammonimento avvicinarsi, gelido e chiuso.
Un racconto affolla la tua mente, un fiume impetuoso che narra di te come di un viandante, di una storia ormai invecchiata nelle pagine sfogliate dal vento.
Lo sguardo si volge alla testa che brucia nel cuore, in compagnia eppure solo, tormentato nella tua bella casa di campagna, rossa isola di bagliori ormai spenti, circondata da ali di neve.
Rastrelli i ricordi ammucchiandoli di lato, ed in essi inciampi.
Cadi sgomento per quell’amore inginocchiato, per quelle mani giunte, per quella preghiera che temevi ti avesse ormai abbandonato, che credevi non poter più ascoltare.
Invece lo hai trovato in una ciotola, versato come latte da un’ombra di pietra su cui lei s’era seduta.
Un tempo ne aveva assunto le sembianze, ora è animata da una danza, una danza animata dall’anima.
La casa risuona di risate griffate, disciolte in una lingua ammorbata, una recita in processione, un rosario.
Rimani incatenato in quel bisogno che ti manca, che ti rende smarrito e bruciante.
Affoghi nei flutti dell’inconfessabilità, nel mare di un desiderio che ti fa rannicchiare nell’angolo estremo del letto nuziale, da tempo freddo e inanimato.
Gli occhi sbarrati fissano il buio, ascoltando quel respiro ormai sconosciuto, fuoriuscito da una bocca che è diventata pietra, in una stanza dove la polvere ha oscurato lo scintillio del sole.
Ieri hai percorso il tempo a cavalcioni, sentito la genesi della tua carne morente.
Ti sei preso il tuo tempo, scagliato il tuo amore in un altro letto, che è culla ed abisso.
L’hai sentito crescere in colei che non sarà mai la tua sposa, ti sei messo a nudo davanti a lei.
Hai visto la sua mano parlarti con un suono di tanto tempo fa, entrarti nel petto che si è fatto porpora e neve.
Ti alzi, attraverso la finestra guardi il prato morto, gli alberi che non danno più frutti, segni oscillanti d’una età mentale dentro ad un corpo che sussulta e non si rinnova, comandati da un capo avvolto in un velo che loda le piume delle oche.
Ed allora sai che continuerai a correre come il vento verso quel volto che t’infiamma.
Una mano tesa t’invita ad uscire, a seguire quel volo notturno nel cielo che si fa giorno, ad alzarti per raggiungere il paradiso, ad abbeverarti in quell’acquasantiera ardente.
Vuoi ancora provare il bene estremo nella casa delle preghiere.
Come un analfabeta, per scrivere un racconto senza fine.
Giacere con lei, ed esultare assieme al tempo che rinnova le stagioni.
Congiungerti a lei con le tue ali, essere risucchiato dalle labbra della tua non sposa.
Diventare il centro rotante nel bocciolo, vivere ed esistere nel centro del mondo.
Risorgere con lei ed in lei, fino a rifiorire nella tua neve disciolta.

Morgendurf – Altri Lavori

Foto di Cade: http://www.flickr.com/photos/44124447823@N01/

4 risposte a “L’ISOLA ROSSA

  1. Credo non sarebbe male, dopo aver dato tante immagini fantastiche, in questa come in altre occasioni, puntualizzare almeno qualche spiegazione su ciò di cui si voleva trattare in questo lavoro. In alternativa, come fanno quasi tutti, si può commentare: “bello, mi piace!” e chiuderla lì con qualsiasi proposta di dialogo.
    Bruno.

  2. Mi spiace, commento sempre in modo antipatico. Volevo dire precedentemente che secondo me non sarebbe sbagliato per gli autori provare a spiegare certi passaggi difficili, lo troverei un modo per sentire una vicinanza maggiore con i lettori, un modo per comprendersi meglio. Non c’è niente di male, se si prende un’edizione qualsiasi della Divina Commedia la troviamo per più di metà colma di note. Chi scrive deve avere coscienza del fatto di essere compreso da tutti oppure no. Personalmente spesso trovo delle difficoltà, sarò un mio difetto: se è così non chiedo altro.

  3. Credo che dipenda dall’intento dello scrittore…. c’è chi scrive ponendosi il problema di “arrivare” al lettore e c’è chi invece scrive solo per arrivare “lui” da qualche parte. Io mi ritrovo abbastanza in questo secondo modo di creare. Non m’importa poi molto se riesco a farmi capire… ovviamente, facendo così, non ci si può aspettare niente in ritorno…
    Comunque sono abbastanza daccordo sul fatto che potrebbe risultare interessante inserire delle note alla fine dei testi più introspettivi per spiegare meglio quello che si vuole dire…

  4. … avete ragione… è frutto di una confidenza che mi fece una persona (riguarda un periodo della sua vita), divisa tra l’oggi (sicuro e rassicurante, tranquillo, “normale”) ed il domani (passionale, travolgente, mai scontato)… alla fine, scelse “l’oggi” per il suo domani… l’isola rossa è la casa (tinteggiata di rosso) in cui questa persona vive…

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