di Hermes
Io sono un viaggiatore e lungo il mio percorso ho visto tante porte. Ho sempre pensato che le porte esistono per essere aperte. Per questo hanno cardini e pomelli. Tu metti una barriera e qualcuno prima o poi l’attraverserà. È la natura umana a volere sapere cosa c’è dall’altra parte ed ad ignorare la ovvia chiusura. Le porte stanno lì per una ragione. La vita spesso si mostra a me come uno strano e mutevole corridoio costellato ai lati da molteplici porte. All’inizio guardi le porte e rimani affascinato dalla loro forma e colore, ci passi davanti chiedendoti cosa racchiudano, la tua immaginazione corre e il tempo viene soffiato via, di quelle porte rimane solo un opaco ricordo. Alcune porte invece le vedi chiare e ti convinci che vanno aperte, poi varcandole ti ritrovi nello stesso corridoio da cui sei venuto. Delle porte, con il tempo, comprendi che è giusto non aprirle, altre vorresti aprirle ma proprio non puoi. Alcune promettono tanto, ti affascinano con coccarde e nastrini solo per essere aperte, l’interno è più spoglio di una gruccia. Dietro altre porte che senti importanti trovi solo un muro di mattoni, qualcuno è passato prima di te, nessun altro potrà passare, altre ti fanno entrare ma non vorrebbero farti uscire. Mentre continuo il mio cammino noto per caso delle piccole porte, curiose, colorate ma talmente minute da non permettermi l’ingresso. Altre così grandi che mi fanno sentire uno gnomo. Poi ci sono le porte dove entri con un sorriso incerto ed esci con un sorriso raggiante. Ci sono quelle che sai che possono essere aperte una sola volta, altre che per te saranno sempre aperte. Poi… Ci sono le porte magiche.
Molti sono i viaggiatori che dicono di conoscere qualche amico di un parente di un lontano cugino che dice di averne vista una, pochi quelli che pur vedendola per davvero hanno capito che era una porta magica. Nessuno che l’ha trovata ne ha mai lasciato testimonianza alcuna. Le leggende dicono che c’è una sola porta magica e una porta soltanto per ogni viaggiatore. Nel caso vi capitasse, non ascoltate le bizzarre storie di queste porte, molti vi metteranno in guardia: vi faranno paura, vi diranno che non esistono o che è una ricerca che vi condurrà alla morte o alla pazzia. Voi fidatevi solo del vostro istinto. Il destino di un viaggiatore lo porta prima o poi a trovarsi davanti ad una di queste porte, è solo questione di tempo e del destino. Voi credete nel destino? Io si, ma come cavarsela in una situazione simile?
Beh, tutte le regole per aprire una porta normale in questo caso non valgono, lasciate perdere, le porte magiche hanno regole tutte loro, cambiano da porta a porta e spesso hanno dei custodi. La mia porta magica l’ho trovata per caso. Credete nel caso? Io si, mettetevi comodi e ascoltate.
Un guerriero, o almeno uno che si riteneva tale, me ne parlò, man on riuscì a varcare i crudeli portoni, credo ne porti ancora le cicatrici e il rancore per la prova fallita, povero sciocco. Al tempo non so dirvi se fu l’istinto o la curiosità a portarmi in quel luogo terribile, sentivo solo di doverci andare. Sentivo che quella porta mi chiamava, sciocco direte voi, tuttavia quella era la sensazione che guidava i mie passi. In cima ad una collina spoglia si ergeva una torre pericolante, un solo terribile ingresso. Pochi viaggiatori sono preparati a vedere una porta simile, austera e lugubre, sul terreno giacevano le ossa di molti viaggiatori. Questo basterebbe a far fuggire chiunque. Chissà perché cosi tanti stolti si sono azzardati nel tentativo di varcarla, mi sono sempre chiesto quale scopo li avesse guidati sino a lì. Il luogo non era certo invitante, solo dopo finalmente capii. Il guardiano demone mi osservava da una guglia, grosse catene magiche lo tenevano vincolato al portone, le ali membranose si aprirono e in un attimo fu a terra minaccioso e incombente davanti a me. Nessuna possibilità di fuga, da parte mia nessuna volontà di fuga. Nessuna paura, si dice che prima di morire la paura cessi del tutto. La porta mi chiamava ancora, le mie mani toccarono il freddo bronzo che rivestiva la porta. La bocca del demone si aprì, pronta a divorarmi, gli artigli pronti a ghermirmi.
– Chi sei? – chiese il mostruoso guardiano. Osservai le mie mani spingere sul portone pronto al peggio.
– Devo entrare! – furono le mie parole risolute. Il mostro ringhiante mi osservò con odio poi si ritrasse concedendomi il passaggio. Le porte si aprirono, feci un passo all’interno e si chiusero alla mie spalle. Solo buio per lunghi istanti.
Poi una luce all’inizio fievole poi sempre più brillante, un senso di pace mi pervase. Sorrisi sereno, consapevole che il mio viaggio era concluso.
Hermes – Altri Lavori
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