SOCIAL NETWORK

di Massimo Mangani

In mezzo ad un cumulo di macerie radioattive, ormai alla fine della mia breve esistenza, cerco di capacitarmi su come ciò sia potuto accadere. In fondo tutto era iniziato come un gioco, un’idea originale, un “Sistema” per passare il tempo, all’apparenza una cosa davvero innocua. Credo che perfino il suo inventore, se avesse potuto prevederne le conseguenze avrebbe lasciato perdere, dato che in fondo si trattava di qualcosa di cui poter fare tranquillamente a meno. Il problema è che il risvolto peggiore non lo ha determinato l’uomo, se non marginalmente, ma il Sistema stesso che improvvisamente si è reso autonomo, ha deciso di iniziare ad operare in barba a tutte le regole sociali ed a tutte le leggi. Anche se qualche avvisaglia si era subito avuta, per lo più era stata ignorata dalla maggior parte degli utenti che si erano limitati a ritoccare le impostazioni della privacy, pensando in tal modo di evitare quella che a breve si sarebbe rivelata una vera e propria catastrofe.
Inizialmente l’idea di poter condividere un pezzetto della propria vita con migliaia di persone, sconosciute e non, di poter comunicare con loro idee, sentimenti, sensazioni, di poter rintracciare vecchi amici d’infanzia, era parsa originale e divertente ed aveva coinvolto milioni di utenti della rete in pochissimo tempo. C’erano stati ovviamente i soliti eccessi, monitorati e subito repressi dalle forze di cyber-polizia del Pianeta, ma per il resto tutto pareva filare liscio. Personalmente ero riuscito a costruirmi un profilo simpatico, a rintracciare tanti amici ormai perduti ed a trovarne di nuovi con idee affini alle mie. Trovavo inoltre molto carini i vari “gruppi” ai quali mi ero iscritto, spesso ironici, dove venivano postati foto e commenti divertenti, anche su personaggi politici insopportabili.
Ovunque, nelle città, nelle campagne più sperdute, nei luoghi di lavoro non si parlava più d’altro: -“Oh che giornata faticosa, la commenterò sicuramente stasera!”.
-“Hai visto la figlia di Carlotta? No? Ma se ha già pubblicato tutte le foto del parto… dopo guardale, è bellissima!”
In pratica ogni individuo aveva strutturato una vita parallela a quella reale, unicamente vissuta nel Cyberspazio.
Alcuni sociologi avevano tentato di mettere in guardia la gente sui possibili rischi di tale situazione, ma erano stati liquidati come cassandre e messi a tacere in malo modo. Il “Network” era quindi divenuto l’isola felice nella quale rifugiarsi e mettersi al riparo dallo stress e dalle fatiche della vita reale, oltre che una vetrina nella quale far sfoggio delle proprie qualità (ovviamente anche gli adolescenti ne avevano capito le potenzialità e lo sfruttavano in maniera incontrollata).
Che qualcosa si fosse guastato lo si è iniziato a percepire quando ormai era troppo tardi; bastava essere stati un po’ più lungimiranti, aver capito che quando ragazzine ancora prepuberi decidono di vendersi ai quarantenni per far soldi e potersi permettere computer più potenti, o giovani studenti iniziano ad assumere amfetamine per star sù di notte in “connessione”, forse è il momento di fermarsi a riflettere un poco. Ma a quel punto lo stato di “ipnosi” aveva raggiunto livelli difficilmente gestibili tanto che si erano avuti i primi drammatici episodi un po’ in tutto il Globo: mogli avevano sgozzato mariti e viceversa nel contendersi l’unico portatile di casa; figli undicenni, beccati a pubblicare foto osé a pagamento per i loro amici “grandi”, avevano sterminato i genitori a colpi di machete, preoccupati che la minaccia della rescissione dell’abbonamento ADSL si concretizzasse veramente; datori di lavoro avevano massacrato a sprangate i propri dipendenti ormai resi improduttivi dall’assidua frequentazione del Network.
Ovviamente ciò che aveva davvero turbato i pochi che erano riusciti a rimanere lucidi, era il fatto che tutto ciò stava sfuggendo di mano ai gestori i quali non sapevano come poter agire per arginare l’alienazione impellente di buona parte del genere umano. Insomma, il Sistema si stava rendendo autonomo e stava fagocitando i propri utenti.
Ma la vera e propria catastrofe iniziò il giorno che il Sistema decise di rendere trasparenti le vite dei propri adepti. Nessuno riuscì a salvarsi ed il primo a cadere fu proprio il suo inventore che vide resa pubblica, visibile a tutti, la truffa che anni prima aveva fruttato la somma che gli aveva permesso di licenziarsi dal precedente lavoro e dedicarsi esclusivamente alla creazione del Sistema. Il “poveretto”, reo di aver truffato una casa farmaceutica produttrice di vaccini riuscendo a diffondere la falsa notizia che un’epidemia di influenza mortale stava per abbattersi sull’umanità, fu esposto al pubblico ludibrio, infamato, torturato telematicamente tanto che il giorno che gli agenti dell’FBI andarono ad arrestarlo lo trovarono già morto, impiccato ad una trave della sua lussuosa villa a Malibù (un vero e proprio “parricidio!”)
Poi il Network fece il resto rendendo tutte le informazioni di milioni di utenti visibili a “TUTTI” ed eliminando le altre opzioni (SOLO AMICI, AMICI DI AMICI, PERSONALIZZA). Già a quel punto molte persone iniziarono ad uscire di senno, anche perché non veniva neanche data più la possibilità di cancellare il profilo con tutto quello che vi era stato pubblicato in anni di attività. Matrimoni finirono, relazioni interfamiliari si deteriorarono, affari importanti sfumarono e rapporti decennali di lavoro svanirono in un “puf!”
Ma il colpo di genio doveva ancora manifestarsi, terribile e devastante in tutta la sua banalità: un bel giorno il Sistema decise che era arrivato il momento di rendere pubblica la cronologia, nascosta e non, di ogni pc esistente sulla faccia della terra, con relativo motore di ricerca (Cronoogle): bastava digitare il nome e cognome di un “amico” per ottenere tutto ciò che aveva fatto con il suo pc. La portata dell’evento fu terrificante, anche se inizialmente parve mantenersi circoscritta ai singoli individui. Molti “gusti sessuali particolari” furono smascherati e tanti furono i suicidi, non solo degli insospettabili padri di famiglia o dei preti con il vizietto del “pedoporno” ma anche di uomini considerati “machi” e fissi su siti Gay o donne sposate e felicemente madri, con l’unica colpa di essere profondamente Lesbo. Per non parlare di mariti che intercettarono i piani di fuga delle proprie mogli o donne che si accorsero che l’onest’uomo che avevano sposato altri non era che un Cybertruffatore.
Tuttavia la fine del Mondo, per come lo abbiamo conosciuto, iniziò a profilarsi nel momento in cui divenne facile consultare i piani strategici ed economici dei vari Paesi. Nonostante le polizie e gli eserciti di tutto il Globo cercassero di arginare il fenomeno, con metodi più o meno repressivi (in alcuni Stati si era arrivati a sparare alla nuca a chiunque detenesse un pc, bambini compresi), non ci fu nulla da fare: gli schermi dei computer rimanevano sempre accesi, i comandi di spegnimento non rispondevano più e chiunque provasse a prendere a martellate il proprio computer veniva colto da tali rimorsi che potevano essere alleviati soltanto con la morte. I Governi cercarono di sdrammatizzare facendo buon viso a cattivo gioco, i vari Presidenti, nonostante avessero letto le offese dei colleghi o le trame tessute contro di loro da altri Presidenti, fingevano di restare amici. Poi un bel giorno, non si sa bene perché (ma sarebbe bastato un “click” per saperlo), missili nucleari cinesi iniziarono a bombardare Washington!
Ecco, adesso me ne sto seduto su queste rovine fumanti, siamo rimasti in pochi ed il cancro ci sta consumando lentamente tutti. Le ultime notizie che siamo riusciti ad avere, prima che il Sistema decidesse di autoterminarsi, riportavano sterminio e distruzione in ogni parte del Mondo… migliaia di anni per costruire civiltà e pochi giorni per devastarla.
Ma forse è meglio così, forse questo sarà un nuovo inizio, forse da quest’acqua contaminata nascerà una nuova vita, dalla quale scaturirà finalmente un uomo nuovo… tanto ci vorranno secoli e secoli prima che qualcuno inventi di nuovo il “Sistema”, e fino ad allora, forse, tutto filerà liscio!

Massimo Mangani – Altri Lavori


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2 risposte a “SOCIAL NETWORK

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