di Fida
Con le nocche diventate bianche a forza di stringere forte il lenzuolo, digrignava i denti per non urlare. Voci intorno le risuonavano nelle orecchie ma, a dirla tutta, non riusciva a badare al senso di quelle parole. Un dolore lancinante e una sofferenza acuta erano le uniche cose che riusciva a sentire. Dopo un tempo percepito come interminabile, la coscienza l’abbandonò e svenne cadendo in un lungo sonno apparentemente ristoratore.
Si svegliò, più tardi, nel suo letto: la luce accecante che entrava dall’ampia finestra le ricordò dove si trovava e cosa le era successo. Così subito le mani andarono lì dove un essere deforme la aveva manipolata. Notò di essere nuda, gettata su di un lenzuolo rosso intriso di sangue e lungo il suo corpo un taglio malamente ricucito. La mente tornò indietro a quando fu presa e portata via da due essere enormi, dalle sembianze aliene, che l’avevano bloccata e condotta attraverso una luce bianca abbacinante. L’avevano presa con la promessa che non le avrebbero fatto troppo male e che presto sarebbe stata ricondotta indietro. Intanto le sue mani continuavano a sfiorare la cicatrice indugiando sul filo con cui era stata ricucita. Una mano gonfia sfiorò quel ventre un tempo piatto, ma che ora era rigonfio di nuova vita.
Lei era la prescelta, colei che doveva compiere la missione di dare vita, sulla terra, alla futura stirpe di quegli esseri abietti. Le ultime parole che dissero prima di lasciarla, confusa e stordita, furono: “Torneremo a riprendercelo prima di quanto tu creda, non ti ci affezionare troppo!”.
In quell’istante, le sue mani cominciarono a tremare e i suoi occhi persero la loro ferma determinazione rivelando disperazione. Qualcuno, non di questo mondo, stava abitando dentro di lei!
Fida – Altri Lavori
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