Mi chiamo Giacomo.
Ma non è importante il mio nome perché non è di me che voglio parlare ma di lei, insomma, di noi.
Viviamo insieme ormai da dodici anni, e per me sono davvero una vita, una vita meravigliosa in questa casa.
Non avrei mai pensato che una donna mi entrasse nelle ossa in un tal modo, né che ci si potesse attaccare così prepotentemente. Ne sento la mancanza ogni volta che lei esce da quella porta, da temere che un giorno non torni e mi lasci solo,senza più nessuno che viva con me, mi coccoli, mi tocchi, mi parli, mi carezzi e mi guardi con i suoi occhi.
Lo so, lo so, non dovrebbe essere così, dovrei essere più maschio, più indipendente e fiero; e dovrei vergognarmi di questi sentimenti da femminuccia, e l’esser così legato a lei poi! nemmeno questo va tanto bene, lo so.
Eppure non è per niente spiacevole, sia chiaro, io sto da dio, lo ammetto, perché lei è davvero adorabile.
Insomma sarà anche una mia debolezza, ma intanto io sono felice. E’questo che conta no?
Con lei vivo momenti di benessere davvero totale, non so se riuscite a capirmi.
La mattina per esempio, quando i primi raggi di sole arrivano sul lenzuolo e le accarezzano il viso io la sento che si rigira nel letto e assapora quell’ultimo momento di piacere prima di alzarsi.
Si stiracchia, sbadiglia; dovreste vederla com’è bella con le pieghe del cuscino ancora sulla faccia e gli occhi un po’ socchiusi! Io adoro guardarla in quei momenti e appena apre gli occhi il primo gesto che fa è allungarsi sempre verso di me, una vera delizia!
Poi appena alzata: è forse il momento in cui la desidero di più perché è così dolce e languida… Allora mi stiro anch’io, sbadiglio e so che sta per arrivare un momento bellissimo, che si ripete immancabilmente da dodici anni tutte le sante mattine: quello in cui lei mi saluta, mi chiama amore, mi abbraccia, mi riempie di baci. Poi mi fa un po’ il solletico (le piace giocare e io la lascio fare). Affondo il naso nei suoi capelli che sanno di pulito e di buono e sono semplicemente felice per questo rituale sempre uguale e sempre perfetto.
Ed è proprio in questo momento che io non sto più nella pelle (tutte le sante mattine da 12 anni!)e pregusto quel che viene dopo…insomma, avete capito no?
Quel momento perfetto per il quale, da sempre, a quel punto io, eccitatissimo, so di amarla davvero: mentre sale il caffè e l’aroma riempie la cucina, lei apre il mobiletto, prende la scatola di latta e immerge il cucchiaio.
Io corro alla ciotola con la coda dritta a toccare il cielo e al rotolare dei crocchini lei dice “dai mangia Giacomino, amore mio”. Ecco io non posso fare a meno di far le fusa come un trattore.
È questo, dicono, l’ amore assoluto.
Rosanna Bassani – Altri Lavori
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