TUTTI I GESTI DEL MONDO

di Miriam Carmineo

C’è chi fa la guardia ai buchi, ai vuoti bianchi e a quelli oscuri, ai morti che smuovono l’aria mentre i vivi rincorrono i sogni.

Quando scrivere è come parlare, per scoprire, nascondere, dimenticare,

le parole svaniscono perché il paesaggio si fa troppo vicino, non più il semplice guardare la cattiva abitudine che disconosce e separa.

Le parole sono di carne, esposte in un mercato di illusioni , gli applausi di chi non sa che sta vivendo e gli sarebbe bastato allungare un braccio per raccogliere della miseria il seme giusto di chi vuole un bacio invece che un sogno, mosaico di speranze senza coraggio né compassione.

Ma le spiagge restano profumate, non contano i denti persi, le grida non interrompono le giornate.

L’ora voluta che passa, la bocca che si spalanca fino all’arrivo del sole anche dietro i cancelli continuano a respirare i fiori, indifferenti al ridere delle iene sul sonno profondo dei bambini.

Correre domani sarà possibile e con il fiatone fermarsi.

Tu però immagina.

Un pugno improvviso ed i pensieri non sono più eco ma richiami.

Siamo animali che per parlarsi affrontano la luce, a spasso poi puntuali mentre nel cammino smettiamo corazze, buttiamo fuori l’aria trattenuta che non fa parlare, poi via l’arroganza degli abiti, l’ombra cara ripiegata , nessun tesoro sommerso tra le gambe io, in mezzo al petto tu.

Che hai?

Cercavo Dio in una bella giornata, nell’aria distesa tra i campi in germoglio, nell’incessante risata dei felici, nell’abbondanza delle forme che ricevono il sole chiudendo gli occhi e distendendo le mani.

Invece l’ho ritrovato al buio, in tutti quei luoghi dove se la luce non la porti dentro sbatti ed inciampi nel dolore che finge l’eleganza.

Poi un sorriso dell’altra parte, una scala dove si viaggia nell’altrove dallo spazio di nessuno al benedetto amore.

Ma tu immagina.

La stupidità sbocca trovando sostegno di fronte al mondo lasciando a noi il sentimento che tutti vorrebbero avere e nessuno osa sfiorare.

La luce della luna illumina senza far brillare e ai buchi del buio indica una pausa suggerendo il risveglio:

rigetto il dolore,

le debolezze umane e il limite della morte

nella maestosità del tuo sentire.

Miriam Carnimeo – Altri Lavori

Foto di Miriam Carnimeo: “Sospesa ad un filo”

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