Sulla pagina bianca la figura di fango siede, parte del piatto paesaggio, nella sua staticità ella si rivela null’altro che una macchia, un punto esclamativo tra le pagine di un libro, un’ombra immobile nella città deserta. Eppure è figura, soggetta a un qualcosa che chiamiamo fato, capace d’intendere e di volere, di alzarsi e di correre, di vivere e di perire. È dentro il suo universo bianco, la pagina che le è solamente il contorno, un deserto attratto da quella stessa macchia senza vita, ferma.
Poi un lampo la trafigge, sorto dal nulla o forse da un remoto dove, genera l’Intento che reca Sorpresa, poi Sussulto, poi Diffidenza, poi Invito, poi Repulsione… una mano la fa rialzare, e ancora Diffidenza, Insistenza, Decisione… La figura di fango si muove.
Sulla pagina bianca l’immobile macchia scopre la sua autentica natura, che non è quella di far parte del mondo statico, ma di quello volontario, dove si rincorrono gli intenti, dove si agognano traguardi, traguardi, chimere e vortici di sogno…
– Eccola la tua prima meta, piccola figura di fango sul foglio bianco. È laggiù, all’estremità della pagina-prigione. È là che il tuo Intento ti vuole condurre; l’ambita meta, la fine del foglio bianco, il bordo, l’abisso, la porta su un nuovo universo. Ti prego, raggiungila mia piccola macchia…
“Mi sto muovendo, non posso crederci. Sto camminando! Io che mi ero rassegnato alla mia esistenza statica, io che mi sentivo già costretta, dal vuoto intorno a me, ad essere eternamente parte di quello. Ecco che invece muovo i primi passi. Mi condurranno fuori dalla prigione, dove potrò gettare il mio sguardo verso un’altra dimensione. Pochi passi mi separano da una nuova esistenza, dal lasciare questo limbo di eternità che non più mi appartiene…”
Ma nel suo placido e costante incedere, ad ogni passo la figura di fango volge lo sguardo verso ciò che la attende, al di là del bordo pagina. Ciò che vede lentamente la scoraggia. Un passo evoca il dubbio di un prossimo ostacolo, un altro passo arreca l’incertezza di una probabile delusione, ed ecco affiorare le difficoltà venture, una dopo l’altra, un passo dopo l’altro…
– Ti stai disgregando mia piccola macchia? Perché? Eppure l’Intento pareva averti dato forza e sicurezza. Adesso invece ti disperdi inconsapevolmente per il foglio bianco, e nel tuo arrancare diventi sempre più piccola. Almeno fermati e rimani un istante unita, e lascia che il tuo Intento ti si chiarisca. Non farti guidare dalla tua falsa volontà. Non lo vedi che ti stai disgregando. Non te ne accorgi, mia piccola macchia…
La figura di fango diventa ad ogni passo più piccola, così come le orme che lascia sul foglio, una lunga scia di intenzioni perdute; Pollicino dell’Insicurezza. Eppure persiste ingenuamente nel suo incedere…
“Il bordo è ormai prossimo. Ancora qualche passo e potrò varcarlo. Ma nel farlo, non condannerò per caso la mia nuova esistenza ad una continua sofferenza? E a questa sofferente esistenza, non sarà forse preferibile la mia passata condizione di staticità? Ecco, un ultimo passo ancora…”
Ma la figura di fango si era già completamente disgregata.
1995
GM Willo – Altri Lavori
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