EROE PER SCOMMESSA: Prima Parte

Da oggi, per tutta la settimana, verrà presentato il racconto lungo Eroe per Scommessa, una storia fantasy in cui si narrano le avventure di Numeon, stregone un po’ atipico che al classico bastone nodoso preferisce il fucile. Ho lavorato al racconto per un paio di mesi, nei ritagli di tempo, seguendo una trama istintiva che si è dipanata un poco alla volta. Il risultato finale è non di meno curioso. Consigliato agli amanti del genere fantasy.


EROE PER SCOMMESSA Pt 1
di GM Willo

L’urlo di battaglia della salamandra gigante squarciò il silenzio opprimente di quella notte senza luna. Il fuoco si era ridotto ad un letto di tiepida brace e non c’era tempo per raccogliere nuova legna. D’altronde mancava poco all’alba e con la nascita del sole le infernali creature della notte si sarebbero ritirate nelle loro tane. Ma la belva era vicina, troppo vicina…
Numeon aveva dato la sua parola, ovvero tutto quello che gli era rimasto. Non si aspettava il perdono, ma non era quello che voleva. La regina lo odiava, i templari lo cercavano perché era risaputo che praticasse la magia nera, più c’erano una decina di vecchi amici o nemici che avrebbero pagato diverse corone d’oro per vedere la sua testa infilzata al palo più alto della città. L’uomo sorrise ripesando a uno di questi, un certo Viggo. Gli doveva un mucchio di soldi per colpa di una scommessa andata male. Anche a lui aveva dato la sua parola, quando un coltello gli aveva per poco mozzato il lobo di un orecchio, ma le promesse di gioco d’azzardo lasciano il tempo che trovano, si sa. Quella che Numeon aveva fatto alla regina Aliana era una promessa vera, fatta col cuore e con le viscere, per quello che potevano valere le sue viscere. Meglio annaffiarle, pensò, ed afferrò la borraccia di Yoka, il liquore di erbe dei nani, bevendone un lungo sorso. La salamandra urlò di nuovo e questa volta poteva benissimo trovarsi dietro il boschetto di faggi oltre il quale si trovava la via maestra, quella che portava alla capitale. Numeon guardò il ragazzo che dormiva accanto al fuoco. L’ultimo urlo lo aveva fatto agitare. Cosa c’era di così importante in quel ragazzo, si chiese per l’ennesima volta, ma scacciò il pensiero e bevve un altro sorso.
Trovarlo era stato più difficile di quanto avesse creduto. Gli uomini di Gudran il Cieco erano penetrati nel castello il primo giorno di luna nuova, si erano fatti strada attraverso i corridoi silenziosi della magione di Aliana uccidendo otto guardie. La missione era stata armoniosa, pulita. Quando le cameriere avevano dato l’allarme i rapitori erano ormai lontani. Aliana era montata su tutte le furie. Un’intera guarnigione di guardie a protezione del castello e del prezioso ospite era stata ingannata da un pugno di briganti. Numeon conosceva molto bene gli sgherri di Gudran. In fondo, fino a due anni prima, era stato uno di loro… Ma aveva chiuso con quella storia. Gudran conosceva molti segreti e questo era l’unico motivo per cui si era avvicinato alla gilda. Gli erano bastati tre mesi per mettersi in mostra e guadagnare la fiducia dello stregone orbo. Alla prima occasione si era poi intrufolato nella sua biblioteca segreta e aveva velocemente copiato gli incantesimi più potenti della sua collezione. Il mattino dopo era già lontano, e la gilda di Gudran faceva ormai parte del suo passato.
Due ore dopo il rapimento del giovane straniero venuto dal nord, la voce già circolava nelle buie celle del castello dove Numeon attendeva pazientemente la sua sentenza. Riconobbe l’occasione e non se la fece scappare. Prima riuscì a convincere una sentinella a far recapitare un messaggio al capitano della guarnigione, che aveva appena ricevuto una sgridata dalla regina per via del rapimento. Vedendo un’opportunità per farsi perdonare, il capitano aveva poi passato il messaggio direttamente ad Aliana. “Abbiamo un prigioniero che potrebbe conoscere il luogo in cui è stato portato il ragazzo. Il suo nome è Numeon e vorrebbe parlare con voi, vostra altezza”. Che faccia deve aver fatto la regina quando il capitano aveva pronunciato il suo nome, pensò Numeon alzandosi in piedi. Il ragazzo aveva aperto gli occhi e lo stava osservando.
– Non parlare – disse lui sottovoce. Poi si mosse rapidamente in direzione del bosco di faggi, un’ombra ammantata di nero con un ampio cappello a tesa larga. Numeon era un mago ma sapeva che a volte, contro certe creature, la magia poteva non bastare. Allora si affidava al suo moschetto, un’arma costosa, figlia del progresso, che molti guerrieri snobbavano per questioni etiche. A lui invece piaceva. Premere il grilletto, sprigionare il fuoco, era una specie di magia. Si sentiva al sicuro con il suo fucile in mano.
La salamandra dava loro la caccia da almeno tre giorni. Numeon ne aveva sentito l’odore quando erano scesi dalle montagne in cui si trovava il rifugio degli uomini di Gudran. Aveva sperato di riuscire ad evitare lo scontro, ma quella era una creatura ostinata e di sicuro molto affamata. Il giorno seguente avrebbero avvistato la città e sarebbero stati in salvo, ma ormai si era avvicinata troppo. Sul terreno aperto dove si trovavano, alla salamandra sarebbero bastati due balzi per agguantarli e trasformarli in una prelibata cena. Numeon sapeva che con esseri come le salamandre giganti la migliore difesa era l’attacco. Doveva sorprenderla prima che lei sorprendesse loro.
La belva gridò nuovamente, poi si udirono dei rami spezzarsi. La salamandra si stava aprendo la strada attraverso il bosco. Numeon si appressò al limitare di questo, piantò saldamente i piedi per terra e puntò il moschetto in direzione della selva oscura. Non poté trattenersi dal sorridere, ripensando alla breve ma intensa conversazione che aveva avuto con la regina. Il tempo non era stato suo nemico. Era ancora molto bella. Ricordava bene l’ultima volta che si erano incontrati, quindici anni prima. Entrambi frequentavano la scuola di magia della capitale. Lei aveva appena sedici anni, lui era all’ultimo anno e ne avrebbe compiuti presto venti. Iniziò per una scommessa, come tante altre volte. La principessa Aliana frequentava i corsi di divinazione, ma a sera tornava al castello, mentre di giorno era seguita a vista da due guardie del corpo. Numeon distrasse le guardie con un semplice incantesimo e riuscì ad incontrarla da sola sulla terrazza più alta della scuola. Gli bastarono dieci minuti per irretirla con parole mielate e convincerla a dargli un bacio. Il giorno dopo fu lei a cercarlo, ma lui era già perduto dietro le sottane di Nina, una ragazza appena arrivata dal sud del paese. Eppure negli anni a seguire si scoprì più volte a pensare alla principessa.
“Il capitano mi ha riferito che sai dove si trova il covo di Gudran”. Gli occhi della donna lampeggiavano d’ira.
“Beh, non proprio…”
“Mettiamo subito in chiaro una cosa. Se sei qui per farci perdere del tempo, allora risolverò immediatamente la tua questione. Mi hanno detto che sei colpevole di furto ed uso improprio della magia all’interno della città. C’è poi l’aggravante della falsa testimonianza, quindi io credo che dieci anni di prigione potrebbero andare. Guardie…”
“Ma no, sua maestà… io volevo dire… certo che so dove si trovano gli uomini di Gudran…” la ragazza era cresciuta, su questo non c’erano dubbi, pensò Numeon. E così aveva promesso, e questa volta la promessa valeva molto di più di quelle che era solito fare alle altre donne. Avrebbe riportato al castello il ragazzo rapito, a qualunque costo. E il costo poteva essere la sua vita, pensò mentre due occhi lampeggianti di fuoco si accendevano tra le ombre della selva. Pazienza, si disse, e richiamò la magia del mimetismo. La belva l’avrebbe visto solo all’ultimo momento, quando lui l’avrebbe finalmente avuta a tiro.
Un alberello al limitare del bosco venne tranciato di netto dai letali artigli della creatura. Ricoperta di squame ramate, lunga quasi dieci braccia, la bestia si mosse guizzante nonostante la mole. Gli occhi cremisi fissavano l’oscurità, ma Numeon, pur sapendo che la magia lo nascondeva alla sua vista, si sentì quello sguardo addosso. Il dito sul grilletto del moschetto s’irrigidì. La salamandra era a venti metri, poi con un guizzo dimezzò la distanza. Una sola possibilità. Un solo colpo. Avvertì l’alito fetido delle sue fauci, udì il sibilo della sua lingua biforcuta. Cinque metri. Tre metri. Poi un’esplosione…
La carica di piombo centrò in pieno il lungo muso della bestia che urlando balzò all’indietro. Ancora viva ma in preda ad atroci sofferenze, la salamandra strisciò in maniera convulsa verso l’invisibile nemico. Numeon si era già ritirato di molti metri e preparava l’incantesimo che avrebbe liberato la bestia da quel vortice di dolore. E mentre sbatteva ripetutamente il corpo gibboso e la coda gommosa per terra, la creatura urlava di disperazione, e qualcuno da lontano la udì e la notte successiva non riuscì a chiudere occhio. Il mago rimase calmo, consapevole del fatto che anche se cieca, la salamandra poteva ancora scovarlo grazie al suo fiuto. Questa volta richiamò il fuoco magico, lo manipolò tra le mani come un pezzo d’argilla, ne fece una sfera di luce rossa e poi la liberò nell’aria. La palla di fuoco descrisse un arco preciso e ricadde sul corpo della belva che avvampò, si dimenò ancora per qualche istante e poi si accasciò sull’erba continuando a bruciare.
Numeon tornò indietro e vide il ragazzo a pochi metri, gli occhi che riflettevano il rogo vicino.
– Raccatta le tue cose. É meglio allontanarsi da tutto questo fumo. Potrebbe essere velenoso… – Il ragazzo annuì e in silenzio seguì il mago. Insieme aggirarono il luogo dello scontro e ripresero la via maestra proprio nel momento in cui il sole incominciava a rischiarare il cielo ad oriente.
Procedettero speditamente per quasi un’ora e nessuno proferì parola. Dietro di loro, nella distanza, il rigolo di fumo velenoso che si alzava dalla creatura era ormai indistinguibile. Numeon, che decideva il passo di marcia, rallentò l’andatura, poi rassicurò il ragazzo. – Nessuno ci insegue, possiamo procedere a passo regolare… – e aggiunse, – Vedrai che arriveremo in tempo per il banchetto della regina. – ma dubitava che Aliana, nonostante la promessa mantenuta, lo avrebbe invitato alla sua tavola.

Continua

GM Willo – Altri Lavori

Illustrazione di GM Willo


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3 risposte a “EROE PER SCOMMESSA: Prima Parte

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