IL TERRORE NON AVRÀ FINE – VI

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“IN AZIONE”

(Una mattina estiva a L.A.)

Finita l’ennesima tazza di caffé Jack Manganelli decise che era arrivata l’ora di mettersi in azione, pagò il conto ed uscì dallo Starbucks. Il caldo torrido lo assalì nonostante fossero appena le 9 del mattino, Sawtelle Boulevard era già congestionato dal traffico e l’idea di dover salire in auto per recarsi in ufficio lo rendeva di pessimo umore. Il maggior difetto di Los Angeles risiede proprio nel fatto che l’automobile costituisce l’unica alternativa per spostarsi in città dato che, a differenza di altre città americane come S. Francisco o New York, i servizi pubblici sono estremamente inaffidabili ed utilizzare altri mezzi di locomozione come biciclette o moto è semplicemente una scelta suicida. Nonostante le strade immense, gli ingorghi, soprattutto nelle ore di punta, sono all’ordine del giorno.
Anche se effettivamente il tragitto fino a Wilshire Boulevard era piuttosto breve, l’auto gli sarebbe servita per iniziare a svolgere le indagini su Nusreddin, quindi anche andare a piedi era improponibile.In poco tempo si trovò imbottigliato sul Santa Monica Boulevard, l’aria condizionata al massimo ed il vecchio Jackson Browne a tenergli compagnia; iniziò a ripensare come aveva conosciuto Nusreddin…

…alcuni anni prima il suo matrimonio era già in crisi e lui aveva deciso di prendersi una pausa di riflessione. Dopo lunghe trattative con Kathyleen era riuscito a fare in modo di poter partire da solo per un viaggio, destinazione la meravigliosa Toscana dove risiedevano alcuni parenti ai quali telefonava almeno una volta l’anno. In effetti non era dei parenti che gli importava, ma spesso sentiva il richiamo delle proprie origini, forse perché fin da bambino suo nonno, emigrato da giovane a Frisco, gli aveva decantato le meraviglie della terra natìa.
Benché avesse sempre sognato di vedere quel Paese, non aveva mai avuto l’occasione per poterci andare, tantomeno dopo la nascita di Peter. Quella sarebbe stata la volta giusta, così aveva fatto il biglietto e si era imbarcato sull’aereo, destinazione una piccola isoletta dell’arcipelago toscano, famosa per aver ospitato Napoleone Bonaparte durante la sua prima detenzione.
Tutto era filato liscio ed i parenti lo avevano accolto calorosamente finché improvvisamente, una notte, erano arrivati i carabinieri a prelevarlo. Senza tante spiegazioni lo avevano caricato su un elicottero trasferendolo alla base militare di Livorno dove aveva trovato alcuni agenti della CIA ad attenderlo. Benché le due organizzazioni si guardassero spesso in cagnesco, in quell’occasione la totale collaborazione era necessaria sia per l’importanza della missione, sia per il mantenimento della segretezza, visto che stavano violando contemporaneamente le leggi italiane, quelle statunitensi oltre a diversi accordi internazionali ed alla Dichiarazione dei diritti dll’uomo! Il fatto che un detective dell’antiterrorismo si trovasse già in Italia, era un’occasione troppo ghiotta per l’Amministrazione di risparmiare qualche dollaro per cui era stato incaricato della custodia del terrorista durante il viaggio a Guantanamo insieme ad un ufficiale dell’esercito italiano e a due sottufficiali statunitensi.
Prima di imbarcarsi sull’enorme Hercules, gli venne chiesto di parlare con il poliziotto italiano che casualmente aveva arrestato Nusreddin per spiegargli la situazione e fargli capire che doveva tenere la bocca chiusa.
Così aveva conosciuto l’ispettore Rizzi che per la verità gli era rimasto molto simpatico, forse perché lo sguardo terrorizzato con cui lo aveva accolto gli aveva ricordato quando da bambino faceva gli scherzi a suo fratello Joe…

…Finalmente arrivò alla sede del Boureau sullo Wilshire.

Continua

Massimo Mangani – Altri Lavori

Foto di Chris Yunker: http://www.flickr.com/photos/chris-yunker/

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