Il respiro diventa sempre più debole. Un flusso di ricordi.
“Sto morendo… e non capisco perché… sento solo freddo ed il respiro che si affievolisce…”
[È il dolore più acuto e meraviglioso che io abbia mai provato. Non ho paura di nulla, e nell’attimo della disperazione di perderti cresce la fierezza per il sentimento che proviamo. IO TI AMO. TU MI AMI, THOMAS. Nella morte, l’attimo più sublime dell’amore. Siamo stati scelti da mani superiori per questo…]
[Ma vorresti sempre tornare indietro… di un secondo soltanto… Per un ultimo bacio ancora. Monica… E se mi stessi spegnendo perché lo voglio? Padrone della mia morte e della mia vita… Se avessi deciso di morire… senza suicidarmi? Spinto solo da quella forza…]
È solo, tra le mura rosse e i pilastri della falsa cattedrale dai vetri colorati. Solo, in una stanza d’ospedale.
Il respiro è sempre più lento. Non ha droga nelle vene… il sudore lo bagna. E sa, sente che oggi morirà.
Non fugge, non scappa a quel freddo… La aspetta con l’amore nel cuore… E lei arriva.”Io sono accanto a te… lì con te… La tua Monica è accanto a te.”
Gli tiene forte la mano. Asciuga il suo sudore e canta una canzone dolcissima, solo per lui, perché la paura si allontani. Thomas chiude gli occhi. Le mani tremano. La droga lo reclama. Ma lui è forte nella sua stretta… E resiste all’astinenza… Nel silenzio di quel freddo. Monica lo bacia delicatamente in volto. Sente il richiamo della droga che fa fremere il suo corpo. Lo stringe. Non sarà l’eroina la sua ultima compagna. Thomas lo sa…
E la mano debole stringe con tutta la sua disperazione le dita morbide di Monica… Nel letto dell’ospedale, è coperto da un lenzuolo di lino bianco fino alle spalle… Un pigiama semplice e regale, del nero più profondo, di raso a strisce verticali, fascia il suo corpo… I capelli, adagiati sul cuscino, cingono il suo volto sudato come una corona… Il suo corpo ha vissuto 29 anni… A volte il suo sguardo nascosto nel dolore dimostra secoli… Ma anche l’espressione di un bambino appena nato…
I capelli di Thomas. Monica li prende tra le mani e si accarezza il volto con essi. Ancora il frastuono lento e gentile dell’amore dentro di lei. Mentre sente la vita che le nasce in grembo. Mentre sente che la sua vita si perderà quando lui, il suo amore, non le donerà più un respiro… nessuno più.
Le labbra secche e screpolate dalla febbre. Un bacio ruvido e morbido sul dorso della mano. Ruvido…
[Mai le tue labbra, anche se sanguinanti o spaccate, saranno ruvide al mio tocco. Porto nel cuore il tuo odore. Le tue labbra sono la mia panna… in qualunque modo esse siano ridotte.]
Occhiaie rivelatrici cominciano a mostrarsi sul suo volto… Leggeri fremiti… Gli occhi chiusi… Cosa vedeva, in quel momento? …Quanto Amore aveva quell’uomo che aveva sfidato la Morte, il Mondo, la schiavitù della droga per Monica? Quanto Amore può provare un uomo?
“No! Thomas!”
Le lacrime di Monica solcano profondamente la sua pelle, e cadono a rallentatore sulla fronte di Thomas. Una stretta fortissima. Come se servisse ancora a riportare in vita la sua stessa vita…
“No… Non lasciarmi Thomas… no…” E poi un sorriso.
Di ammirazione per la sua forza. Poi ancora una lacrima e dolore. Quanto, quanto può amare una donna…? Quanto…
“…No..n……Ti…..LAscErò….MAI………” E la mano sempre più debole cerca di stringere il suo palmo… Gli occhi si aprono e le lacrime scesero come rugiada…
“…MAI……”
Le lacrime. Quelle stesse lacrime con le quali Monica si era dissetata ancora altre volte. Quello sguardo. Quegli occhi. Quando ancora il Pathos non conosceva il loro amore. Il loro amore che germogliava dentro di loro a loro insaputa, esploso come una quercia nel delirio della fine… Dell’ultima grande prova…
“Ti amo, Thomas. Sarò bandita da tutti… Mi scacceranno. Ma io TI AMO e non ho paura… Resta sempre dentro di me, amore mio, sempre…”
“VIVI…lOn.TAno….Da…Tut.ti…” Deglutì con fatica… Le ossa erano grattate dagli artigli dell’eroina…Ma non smise di parlare…
“…SarAi……BeLl..issim..a……….”
“Thomas, non parlare… ti prego riposa. Non parlare. Saprò cosa fare. Voglio solo stare qui, accanto a te. Ad adorare la tua presenza. Io non posso vivere senza te. Voglio stare accanto a te. Accanto a te, Thomas… vorrei dimorare sui tuoi passi. Vorrei camminare, guardare con i tuoi stessi occhi. Non m’importa se il mondo ti vede folle. Tu sei la mia STORIA, la più eccelsa. Sei la mia grande poesia, celata nella mia anima. Dall’orrido è nato il succo più dolce che palato mai abbia gustato. La vita si beffa di noi… Io sono qui a disperare per la tua morte. Io sono qui a decantare la tua vita. Io sono qui a commuovermi per l’amore che mi hai dato. Quello che terrò sempre dentro di me.”
Un timido sorriso squarcia la sua maschera di sudore e di male… Quel sorriso forte, guidato da quella donna… Che, nel dolore e nella gioia… Ama. Il respiro si fa ancora più flebile… Chiude gli occhi… E si addormenta con la mano stretta nella sua…
“Nooooooooooooooooooooooo!!!! THOMAS!!!!! NOOOOOOOOOOO!!!”
Il corpo ancora caldo. L’ultimo respiro che Monica ha inalato dentro di se. Le sue mani lo scuotono. Poi si fermano. Si accovaccia sulle sue spalle. Accarezza il volto e i capelli. Ancora mille baci, come mille petali che volano al vento. Ancora un po’ del suo calore… Quell’ultima stretta…
[RENDIMI ETERNO…]
Le parole di Thomas sono nella sua mente come macigni… Monica ancora stringe tra le braccia il corpo senza vita di Thomas. Il rumore delle lacrime è assordante e riempie la vuota stanza… Le lacrime che toccano il volto di Thomas. Quel volto che finalmente è rilassato. Stende con le mani le sue lacrime sulla sua pelle.
“Ti renderò Eterno, AMORE.”
Il dolore che le squarcia il petto ora non è nulla in confronto… alla desolazione della mancanza del sentire ancora il suo respiro… Un ultimo ancora…
* * * * * * *
Il dottor Thomas Kaneirzein si spegne a Barcellona, all’Ospedale di San Paolo, il giorno 8 Dicembre 1999, nel più completo anonimato e in segretezza. Nonostante le sue cattive condizioni di salute, l’effettiva causa della sua morte è ignota. Il suo rapitore-mecenate Raffaele Venosta, impegnato sul lavoro, sarà raggiunto dalla notizia oltre 30 minuti dopo il decesso.
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