Il presente sfoglia una verità : tutto ciò che si scopre di essere è già dentro, un segreto che si svela semplice e regalmente troneggia. Illumina il buio, beffeggia le cose finte ma senza rabbia, adesso comprende quanto sia facile spogliare l’illusione con uno scoppio di risa dando valore all’improvviso e al pianto.
C’è ancora chi mi chiede un desiderio, ne ho sempre avuti due! Davanti al fuoco tra la gente, chiudevo gli occhi e dicevo…
– Voglio tornare a casa!
Mia madre imbarazzata cercava di spiegarmi che quella casa c’era ed era anche grande è piuttosto sicura.
– Chiedi di essere felice invece, diceva.
Strani questi bambini che diventano grandi, hanno sempre la pretesa di sapere quanti sacchi si possano riempire di felicità, quante vite occorrano per rincorrerla, conservando la stanchezza di un tempo che ha paura della morte e per giunta decide da solo i confini, le quantità, la durata e la sua fine.
Tutto un tutto di esistenza trascorsa ad inventarsi tanta felicità che inevitabilmente se scoperta fuori, si perde. Ma se uno non volesse niente di più che tenersi se stesso con tutto ciò che contiene cosa mai potrebbe perdere?
Cosa gli si potrebbe portare via, se materialmente non possiede nulla?
Non ci sarebbe timore di soffrire per questa morte che non esiste anche solo per un giorno che si vive.
Oggi ho un tipo d’amore che è ancora un desiderio. Poter essere madre di tutto e ricordarlo sempre! Un’antica maternità di tutto riscoperta da donna. Un mondo di figli di cui prendersi cura e non conta il tempo, il colore, la forma. Perché solo il tempo ha paura della morte.
Io da sola ne avrò circa cinquemila, conto anche quelli più lontani, anche quelli grandi. Questa madre ha un abbraccio lungo che conserva ogni vita, ci si raggomitola dentro ed anche i bambini più grandi si rasserenano e ritrovano il coraggio. In quell’abbraccio ridiventiamo tutti più piccoli e stranamente più liberi. Questo tipo d’amore ha un giorno “giocattolo”, ci faccio quello che voglio e se lo rompo, ridendo dell’errore, so già che farò di tutto per aggiustarlo.
La casa è in me stessa e l’abbraccio è quello di una donna.
Miriam Carnimeo – Altri Lavori
Pingback: LETTURE IN UN QUADRO « I Silenti·