IL RITORNO

di Massimo Mangani

L’uomo si guardò allo specchio; a dispetto della pelle avvizzita si sentiva in perfetta forma e, soprattutto, era davvero di ottimo umore. Per tutti quegli anni era riuscito a mantenere un profilo basso: maestro di tango in una pulciosa scuola all’estrema periferia Sud di Buenos Aires. Adesso finalmente, stava per tornare ad essere una persona rispettata. Dette un’altra occhiata alla sua immagine riflessa, assunse la posa che un tempo lo aveva reso celebre e decise che ancora qualche piccolo ritocco fosse necessario. Il suo ritorno sarebbe dovuto avvenire in grande stile, non poteva assolutamente permettersi di apparire vecchio e malato, i suoi ammiratori non lo avrebbero tollerato. Ricordò l’ultimo raduno segreto e sorrise pensando al fatto che aveva rivisto, dopo tanto tempo, una folla oceanica andare in delirio per le sue parole: vecchi e giovani avevano urlato il suo nome a squarciagola, si erano accapigliati per potergli stringere la mano… una cosa davvero sublime! Sorrise compiaciuto… avrebbe dovuto sorridere più spesso, nelle vecchie foto che circolavano in tutto il Pianeta non sorrideva mai e forse anche per quel motivo, a lungo andare la gente aveva smesso di seguirlo! Avrebbe dovuto essere più rassicurante e soprattutto più furbo, non avrebbe commeso nuovamente quegli errori che gli erano quasi costati la vita! Ricordava perfettamente quel giorno terribile, la distruzione imminente, la voglia di farla finita poi, come per miracolo la salvezza, quegli strani esseri (o erano uomini?) che lo avevano prelevato e portato al sicuro insieme ad alcuni dei suoi più fidati collaboratori. Ricordava perfettamente anche “l’operazione” che gli aveva consentito di rimanere in vita per tutto quel tempo, gli avevano raccomandato di non chiedere spiegazioni e di non parlarne con nessuno: per lui il tempo aveva smesso di scorrere. La scuola di Tango lo aveva accolto e gli aveva permesso di guadagnarsi da vivere, la sua vita si era ridotta all’insegnamento ed all’osservazione di quanto accadeva nel mondo. Ogni tanto qualcuno aveva provato ad imitarlo ma con scarsissimi risultati, lui era l’unico ed originale e soltanto un suo contemporaneo aveva potuto competere con lui (a proposito, chissà che fine aveva fatto il vecchio Josif, magari anche lui era ancora vivo, gli avrebbe fatto piacere rivederlo). Tornò con la mente agli anni del trionfo, presto sarebbe accaduto nuovamente, milioni di fans lo stavano aspettando a braccia aperte e, quale momento migliore se non una crisi globale per fare ritorno? Tutto come la prima volta… questo si chiama “ciclicità”. Era stata dura: elaborare la sconfitta, cercare nuovi seguaci, organizzare raduni clandestini che puntualmente andavano deserti ma alla fine la perseveranza aveva pagato e, mano a mano che il Mondo peggiorava, i raduni si riempivano… e c’erano sempre i vecchi nemici a farla da padrone anche se, se lo sentiva, ancora per poco… molto poco. Si aggiustò la cravatta, prese la fascia con il simbolo e se la strinse all’altezza del bicipite destro, fece mente locale… i suoi fedelissimi avevano riorganizzato le truppe, si erano procurati le armi più all’avanguardia, la bomba atomica stavolta era nelle loro disponibilità… ….dette un’ultima occhiata allo specchio… infilò una mano sotto al ciuffo di capelli neri, la scosse, il ciuffo ricadde sulla fronte… si mise il berretto ben calzato sulla testa con la visiera calata in maniera da non lasciar vedere gli occhi… si lisciò i baffetti… fuori una folla impazzita scandiva il suo nome, avevano tutti il braccio destro ben teso, la mano aperta in segno di saluto!

Massimo Mangani – Altri Lavori

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