LA SINDROME DEL FRIGORIFERO GRATIS

La storia forse la conoscete già.
In america un tizio si vuol disfare del suo vecchio frigorifero, non perché sia rotto, anzi… pur avendo qualche anno è in ottime condizioni ed è anche di una buona marca. Il fatto è che il tizio ne ha vinto uno nuovo di pacca e in casa non ha abbastanza spazio per tenere due frigoriferi, perciò quando il corriere arriva a consegnargli il nuovo elettrodomestico, lui gli chiede gentilmente di trascinare quello vecchio sul ciglio della strada. Poi con un pennarellone scrive un messaggio che attacca allo sportello del freezer: “Prendetevelo! Funziona ed è gratis!”
Passano i giorni ma il frigorifero rimane lì, nonostante ci si possa accorgere anche ad occhio che portarsi a casa un apparecchio del genere è un vero affare. Ma la gente ci passa davanti e appena letto il biglietto si allontana velocemente, come se si sentisse offesa. Il tizio ci pensa su per un po’ poi decide di strappare il biglietto e attaccarne uno nuovo con scritto: “$50 Lasciateli nella cassetta della posta!”
Il giorno dopo il frigorifero è sparito e insieme alle bollette il tizio recupera due pezzi da venti e uno da dieci.

Questa storia, probabilmente accaduta per davvero, mi ha sempre affascinato, anche se ogni volta che ci ripenso mi fa un po’ incazzare. Com’è possibile che in un paio di generazioni il consumismo ci abbia trasformato in tali pecoroni?

Da quando ho intrapreso, più per gioco che per altro, il ruolo di comunicatore della rete, ho creduto sempre fermamente nel movimento del file sharing e della libera condivisione del materiale informatico. Tutto ciò che ho prodotto e che ho ispirato in questi anni, l’ho riversato in rete sperando di farlo girare il più possibile. In parte questo è avvenuto, ed è stata una bella soddisfazione. Qualche giorno fa però, parlandone con un altro aspirante scrittore, è saltato fuori il discorso del tizio col frigorifero, e la cosa mi ha dato da riflettere.

Il mio amico mi ha detto senza mezzi termini: “Se vuoi che la gente legga la roba che pubblichi, sia questa tua o di altri autori, devi assolutamente farla pagare, altrimenti nessuno la prenderà mai sul serio!” Questa affermazione, nella sua semplicità, mi ha lasciato semplicemente di sasso. Il mio amico ha ragione, indubbiamente, ma sarei pazzo se seguissi il suo consiglio. Cadrei nella trappola del mercato, la stessa che ha reso diffidenti tutti quelle persone che sono passate davanti a quel famoso frigorifero gratuito.

In qualche modo bisognerà pur riuscire a disintossicarsi da questa malattia. E allora non gettiamo la spugna proprio adesso!

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