IL TERRORE NON AVRÀ FINE – XX

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“IL CORPO”

(Un luogo imprecisato nelle pianure centrali del Pakistan)

Il corpo giaceva semi decomposto ai piedi di alcune rocce brulle tipiche del paesaggio. Enormi mosche nere continuavano imperterrite a scarnificare le parti non coperte dalla tunica, il loro cibo iniziava a scarseggiare ed il biancore delle ossa era sempre più evidente. Un vento caldissimo spirava da Ovest diffondendo l’odore di morte per tutta la vallata, quello che restava del corpo si muoveva impercettibilmente al ritmo delle folate, presto sarebbe stato soltanto uno scheletro.
Quando l’uomo a cavallo lo trovò, pensò che si trattasse di qualche viandante che aveva smarrito la via ed era morto di stenti e di caldo, finché non vide i fori di proiettile sulla tunica polverosa, all’altezza di quello che una volta doveva essere stato il petto. Disse a suo figlio di galoppare fino alla vicina Sibi ed avvertire la Polizia, lui avrebbe atteso accanto a quel cadavere per portargli l’ultimo conforto con una preghiera ad Allah.
Il sole picchiava duro e la temperatura ad occhio e croce si aggirava intorno ai 50 gradi, il bambino spronò il suo cavallo ed in breve tempo scomparve all’orizzonte mentre il padre, inginocchiato, intonò una solitaria Salatul Janazah per chiedere perdono per i peccati del defunto.

Trascorsero circa due ore prima che apparissero le camionette della Polizia, precedute da un ragazzino a cavallo… tutti ignoravano l’importanza di quella scoperta!

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Massimo Mangani – Altri Lavori

Foto di: http://www.flickr.com/photos/mbukhari/

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