IL NUOVO MONDO

di GM Willo

Diario di Ruben Paloma

ANNO PRIMO DEL NUOVO MONDO
GIORNO NUMERO 15 DALL’ATTRAVERSAMENTO DEL CANCELLO (AC)

Locazione: Nuova Frontiera
Condizioni atmosferiche: Discrete
Popolazione: 42

Sono passate già due settimane dalla fondazione della prima città. Nuova Frontiera sorgerà su questa verde collina piena di margherite e papaveri. È difficile credere che su questo stesso promontorio, in una piega del tempo e dello spazio, si erga un cimitero. Eppure è così. I miei nonni furono seppelliti proprio qui, o lì… a questo punto non saprei.
Caspian è appena tornato dal fiume con due taniche piene d’acqua fresca. Il fuoco è stato acceso, i bambini giocano a rincorrersi sul prato e mia moglie Priscilla è dentro la tenda a rammentare uno dei miei jeans. Jaime e Roberto lavoreranno fino al tramonto al muro ovest della casa che stiamo costruendo. Sta venendo davvero bene, considerando i pochi mezzi a nostra disposizione.
Non abbiamo ancora avvistato animali pericolosi, ma questo non vuol dire che non ce ne siano. È molto probabile che branchi si lupi ed orsi si aggirino per le montagne che si stagliano a qualche chilometro dalla nostra postazione. Simon è andato a caccia ed è tornato con due fagiani e un coniglio. Era un po’ deluso per via di un cinghiale che gli era sfuggito per un pelo, ma forse è meglio così. Due giorni fa Rosi si è ferita una mano per scuoiarne uno. Per fortuna la cassetta del pronto soccorso che abbiamo portato con noi abbonda di disinfettante. La domanda che ci poniamo tutti è però sempre la stessa: che faremo quando sarà finito? Faber ha studiato le proprietà delle erbe per un anno, preparandosi al passaggio. Dice che non ci sono problemi, che tutto quello di cui abbiamo bisogno si trova in natura, però anch’io ho i miei dubbi.
Il morale del gruppo è abbastanza alto, tutto sommato. Qualcuno porta ancora i segni della tempesta di una settimana fa. Le tende sono state riparate, ma nessuno nasconde il desiderio di avere presto un tetto sopra la testa. Jaime crede che già tra una decina di giorni potremo avere una sezione della casa pronta. Il problema sono i materiali. Di legno ve n’è in abbondanza, anche se non è facile lavorarlo. Manu ci sa fare con l’ascia, ma abbattere le querce ed i castagni del boschetto vicino è il meno.
Comunque, tra un’imprecazione e una risata, si va avanti. È curioso vedere le nostre donne prendere naturalmente quei ruoli che usavano disprezzare nel vecchio mondo. Non tutte però… Elisa preferisce andare a raccogliere le pietre con la carriola che preparare le focacce insieme alle altre.
Altro problemino: la farina… Quella finirà presto. E poi? Faber è l’esperto agronomo. Sta lavorando all’orto insieme a Tullia, ma ci vorranno dei mesi prima di raccogliere qualcosa. Fino ad allora tutti si chiedono se le nostre provviste basteranno. Per fortuna il fiume abbonda di pesce.
I bimbi si stanno divertendo, e noi adulti dovremo sempre prenderli come esempio. In fondo è per questo che siamo venuti di qua; acqua limpida, aria pulita, il suono degli uccelli e un intero mondo da ridisegnare alla nostra maniera. Quelli più piccoli inventano ogni giorno un gioco nuovo. Misha e Noa, che sono un po’ più grandi, ci aiutano come possono. È bello vedere come la loro percezione del mondo non sia stata contaminata come la nostra. Chissà se riusciremo prima o poi a disintossicarci dall’influenza che il vecchio mondo ha avuto per anni su di noi.
L’unico a dare qualche problema è Julian. Sono ormai tre giorni che si è ritirato in un silenzio preoccupante. Passa la maggior parte del tempo nella sua tenda ed esce solo per mangiare o fare i suoi bisogni. Ho chiesto a sua moglie Rita se stava male, ma lei non mi ha saputo rispondere. Ha detto semplicemente che “è un po’ giù”, così stamattina mi sono deciso a stanarlo. Mentre usciva per andare a lavarsi al fiume, mi sono messo davanti all’entrata della sua tenda e ho aspettato. Quando ha fatto ritorno ne è nata un’interessante discussione che proverò a riportare per intero. Credo che potrebbe rivelarsi addirittura profetica…

R: Tutto bene Julian?
J: Si… sono solo un po’ stanco.
R: C’è qualcosa che ti preoccupa? Il passaggio è andato bene, no? Nessuno ha avuto il rigetto di cui parlavi…
J: No, nessun rigetto, te l’ho detto. È solo stanchezza.
R: Dai Julian, ci conosciamo da una vita… Te lo posso leggere in faccia che c’è qualcosa che ti turba…
J: Beh, se me lo leggi in faccia è inutile che continui a nasconderlo… Facciamo due passi?
R: Certo. Scendiamo al fiume, ti va?
J: Ci sono appena andato ma va bene…
R: Dimmi tutto.
J: Prima voglio chiederti una cosa. Stai avendo anche tu dei sogni?
R: Che tipo di sogni?
J: Beh, sogni diversi… diversi da quelli che usi fare.
R: No. In effetti sogno molto poco da quando siamo qua. Dev’essere la stanchezza per il lavoro fisico che facciamo. La notte dormo come un sasso.
J: A me sono iniziati qualche giorno fa. All’inizio non davo loro peso. Erano sogni vaghi, di cui ricordavo molto poco. Due giorni fa invece sono diventati più lucidi.
R: Che cosa sono?
J: Non è facile descriverteli. Si tratta di sogni perlopiù astratti, ma devono avere un potere innescante.
R: Che vuoi dire?
J: Che al risveglio un pensiero tremendo viene puntualmente a farmi visita. Sono i sogni, capisci? Sono loro che lo innescano…
R: Quale pensiero?
J: Che non siamo stati i primi.
R: Cosa?
J: È successo di già, forse migliaia di volte, forse un’infinità di volte…
R: Che vuoi dire “è successo di già”? Il passaggio…
J: Esattamente, è già accaduto molte altre volte. È possibile addirittura che i nostri primi antenati ne abbiano fatto uso…
R: E quindi credi che anche il mondo da dove proveniamo sia nato così, come sta nascendo questo?
J: Proprio così…
R: Ma come?
J: L’idea del cancello è relativamente semplice, se ci pensi. Il fatto che nessuno, nel nostro mondo, ci sia arrivato prima di me, non vuol dire che in molti altri mondi qualcuno non sia arrivato alla mie stesse conclusioni. Oltre i cancelli esistono un’infinità di mondi vuoti come questo, uno per ogni diramazione accaduta in tempi ancestrali che non ha portato all’evoluzione dell’uomo.
R: Però potrebbero esserci un’infinità di soluzioni felici. Stai dando per scontato il fatto che tutti i mondi possibili abitati dall’uomo siano destinati a perire.
J: Si, è vero… Ma è il sogno che mi sta dicendo questo…
R: Davvero, Julian? O sono forse le tue paure?

Julian non ha risposto a quest’ultima domanda. Mi ha solamente sorriso, anche se non sembrava del tutto convinto.
Questa sera l’ho visto comunque un po’ più sollevato. Ha anche riso alle battute di Bastian, mentre mangiavamo un stufato di coniglio davvero ottimo. Abbiamo anche aperto del vino, e la nostra riserva è scesa a ventisei bottiglie. Per fortuna la prossima settimana pianteremo i semi per il vitigno. Ci vorranno almeno cinque o sei anni per avere la prima spremitura… Non sarà facile aspettare.
Adesso spengo la candela. Priscilla sta già dormendo e la bimba pure. Fuori ascolto il silenzio di questo mondo nuovo, e il sussurro del vento che mi racconta di una vecchia chimera chiamata speranza. Quindici giorni fa abbiamo superato un cancello tra i mondi per iniziarne uno nostro, migliore. Julian pensa che forse è stato tutto vano, che questo è solo l’inizio: il sasso che diventa slavina. Ma io non ci voglio credere.
Lui ascolta i sogni, io invece preferisco ascoltare il vento.

GM Willo – Altri Lavori

Immagine di: http://www.flickr.com/photos/tomsaint/

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2 risposte a “IL NUOVO MONDO

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